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Discussione: Antisemitismo

  1. #41
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    Citazione Originariamente Scritto da Tomás de Torquemada
    Visto che stasera sono perfino andato all'incontro del centrosinistra messinese con Prodi, penso di essermi guadagnato sul campo il diritto a postare anche qui...

    Io, in tutta sincerità, noto il fenomeno che denunci tra i forumisti di minor spessore e che tirano avanti a luoghi comuni... Ma, d'altro canto, osservo pure la tendenza del fronte opposto a bollare come antisemita chiunque abbia qualcosa da obiettare sia circa la politica israeliana sia circa la ricostruzione ufficiale della Shoah (il revisionista non nega, il revisionista cerca di discutere in modo argomentato alcuni particolari proprio come si fa con tutti gli altri temi della storia del mondo dal Big Bang a oggi. Il negazionista non è un revisionista, è un imbecille).

    NON MI PIACCIONO I POPOLI "ELETTI DA DIO"
    di Massimo Fini - "Il gazzettino", 14/11/2005

    Caro Direttore,
    Massimo Fini viene ospitato il 4 novembre sulla prima pagina del Gazzettino per commentare la fiaccolata in solida rietà con Israele e con i suoi usuali toni polemi ci e controcorrente si dichiara antisemi ta.
    La polemi ca è contro una stupida e ingiustificabile affermazione del portavoce della comunità ebraica di Roma che indicava come nemi ci di Israele e degli ebrei italiani tutti coloro che si fossero dissociati da lla manifestazione.
    Tuttavia le affermazioni di Massimo Fini non solo sono - come sempre nel suo stile estremo - provocatorie, ma, ahimè, veritiere. Va ad onore della sua onestà intellettuale il fatto di dichiararsi esplicitamente antisemi ta. A prescindere da lla polemi ca contingente, infatti, sono tali e tanti i momenti della carriera giornalistica di Fini caratterizzati da una costante polemi ca a senso unico contro Israele e contro gli ebrei, che nessuno fra i suoi numerosi lettori aveva più dubbi in proposito.

    Gadi Luzzatto Voghera
    Venezia

    Caro Luzzatto,
    mettiamo alcune cose in chiaro. Mi a madre, Zinaide Tobiasz, era un'ebrea russa che ha visto stermi nati tutti i suoi fami gliari (genitori, sorella, fratello, zii, cugini) durante la seconda guerra mondiale. I suoi ebbero la sfortuna di trovarsi sul fronte sovieto-tedesco che fu il più feroce perché i contadini russi difesero con le unghie e con i denti la loro terra, a maggior gloria di Stalin che li aveva stermi nati a mi lioni.
    Non sappiamo se i fami liari di mi a madre furono semplicemente vittime della guerra o anche del loro essere ebrei. Non lo sappiamo perché, dopo la guerra, i mi ei genitori fecero fare delle ricerche da lla Croce Rossa Internazionale, ma di quelle persone non si trovò alcuna traccia, sparite nel nulla.
    Per gli ebrei, che seguono la linea matrilineare, io sono quindi teoricamente un ebreo. Ma io non mi sento tale. Perché non sono stato educato in quella cultura. Mi a madre fa parte infatti di quei casi - non rari - di ebrei che furono talmente choccati da lle violenze antisemi te degli anni Trenta e Quaranta da rimuovere le proprie origini, anche quando, dopo la guerra, non c'erano più pericoli. Ciò dice, di per sè, della spaventosa ferocia di quelle persecuzione. È difficile quindi pensare che io non abbia sensibilità per la questione ebraica. Tuttavia non mi sento ebreo. Anche per un altro motivo. Da anarchico-individualista qual sono non mi piacciono le appartenenze appioppate da ll'alto, culturali o razziali che siano. Io appartengo solo a me stesso. Per questo non mi interessa se la persona che mi sta da vanti è un ebreo, un arabo o un malgascio, mi interessa innanzitutto chi è lui come persona.(Segue a pagina 11)

    Dalle mie labbra e dalla mia penna non è quindi mai uscita una parola contro un ebreo o un negro o un arabo o un malgascio solo perché tale. Naturalmente posso preferire una cultura a un'altra o, da agnostico qual sono, una religione a un'altra. Non ho simpatia per "le tre grandi religioni monoteiste" perché vedo nel monoteismo la radice dell'intolleranza e del totalitarismo. Preferisco le religioni africane, che non hanno Iddii unici e, a volte, nemmeno pantheon di Dei, ma una concezione magica della vita e della natura e spiritualizzano anche la materia laddove noi occidentali, nel solco del pensiero giudaico-cristiano, poi secolarizzato dall'Illuminismo, abbiamo finito per materializzare anche l'uomo. Ancor meno mi piace che un popolo si consideri "eletto da Dio" perché vi trovo, in nuce, le radici di quel razzismo di cui poi proprio gli ebrei sarebbero stati così atrocemente vittime. Se esistono popoli "eletti" vuol dire che gli altri, i "non eletti", sono inferiori. Quando sento parlare di "popoli eletti" e di "razze superiori" mi vengono i brividi.
    La sua affermazione che criticare Israele vuol dire, per ciò stesso, essere antisemiti, è inaccettabile. Perché significa impedire la critica a uno Stato e alla sua politica sotto il ricatto morale dell'antisemitismo. Israele non è il Male, come pensa il presidente iraniano, ma non è nemmeno il Bene. È uno Stato come gli altri verso il quale si deve poter conservare il diritto di critica.
    Trovo inaccettabile l'eterno ricatto morale che, oggi, viene fatto per cui Israele dovrebbe godere di un trattamento di privilegio in ragione dell'Olocausto. Lo trovo inaccettabile e oltraggioso. Oltraggioso per quei sei milioni di ebrei morti e oggi strumentalizzati per ragioni che con la loro tragedia non hanno più nulla a che fare.

    Massimo Fini
    Eccomi. Dunque: che Israele sia uno Stato come un altro, nè migliore nè peggiore di altri, a me pare una scoperta dell'acqua calda. Mi pare anche più che ovvio che l'accusa di antisemitismo per chiunque critichi la politica di Israele sia un espediente che assume a volte connotati decisamente ridicoli. Quello che a me non sta bene è che si voglia dire agli ebrei (e agli israeliani in particolare) "come" devono essere, mentre non lo si fa con nessun altro popolo. (lo si fa in parte con i musulmani, ma rimanendo nell'ambito ristretto della religione, cioè "come" dovrebbe essere l'islamismo). quanto al popolo "eletto" a cui si riferisce Massimo Fini, "elezione" in senso biblico e religioso non vuol dire affatto essere di "razza superiore" nè essere migliore ma solamente essere stati scelti (e non per particolari qualità o prerogative): questo quindi non autorizza nessun ebreo a sentirsi nè superiore nè inferiore a nessun altro. (Fini mostra una certa ignoranza dell'ebraismo: è vero che lui non ama le religioni monoteiste ma, se si parla di qualcosa,bisogna documentarsi e non accettare per buona la vulgata). Detto questo, io credo che non esistano gli ebrei ma questo quello quell'altro ebreo e quell'altro ancora ecc... Sicuramente un ex aderente ai terroristi Banda Stern e Irgun (vedi Begin o Shamir che si rifacevano a Jabotinskij,ammiratore di Hitler, ultranazionalista e simil fascista), un esponente ultraortodosso dello Shas e Rabin o Peretz, laburisti, o Philip Roth e Naomi Klein, ebrei della diaspora e miscredenti, sono tutti ebrei e tuttavia questa caratteristica in comune è bilanciata da mille altre cose che li rendono diversissimi tra loro. Ecco, l'antisemitismo (come qualsiasi altro razzismo) è vederli come tutti uguali.

  2. #42
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    Citazione Originariamente Scritto da bsiviglia
    Eccomi. Dunque: che Israele sia uno Stato come un altro, nè migliore nè peggiore di altri, a me pare una scoperta dell'acqua calda. Mi pare anche più che ovvio che l'accusa di antisemitismo per chiunque critichi la politica di Israele sia un espediente che assume a volte connotati decisamente ridicoli. Quello che a me non sta bene è che si voglia dire agli ebrei (e agli israeliani in particolare) "come" devono essere, mentre non lo si fa con nessun altro popolo. (lo si fa in parte con i musulmani, ma rimanendo nell'ambito ristretto della religione, cioè "come" dovrebbe essere l'islamismo). quanto al popolo "eletto" a cui si riferisce Massimo Fini, "elezione" in senso biblico e religioso non vuol dire affatto essere di "razza superiore" nè essere migliore ma solamente essere stati scelti (e non per particolari qualità o prerogative): questo quindi non autorizza nessun ebreo a sentirsi nè superiore nè inferiore a nessun altro. (Fini mostra una certa ignoranza dell'ebraismo: è vero che lui non ama le religioni monoteiste ma, se si parla di qualcosa,bisogna documentarsi e non accettare per buona la vulgata). Detto questo, io credo che non esistano gli ebrei ma questo quello quell'altro ebreo e quell'altro ancora ecc... Sicuramente un ex aderente ai terroristi Banda Stern e Irgun (vedi Begin o Shamir che si rifacevano a Jabotinskij,ammiratore di Hitler, ultranazionalista e simil fascista), un esponente ultraortodosso dello Shas e Rabin o Peretz, laburisti, o Philip Roth e Naomi Klein, ebrei della diaspora e miscredenti, sono tutti ebrei e tuttavia questa caratteristica in comune è bilanciata da mille altre cose che li rendono diversissimi tra loro. Ecco, l'antisemitismo (come qualsiasi altro razzismo) è vederli come tutti uguali.
    Cosa aggiungere?

  3. #43
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    Nel porgere grandi salutoni all'amico Jan Hus, replico velocissimamente a bsiviglia:

    - Quello che a proposito di Israele tu dai per ovvio e scontato non lo è per tutti, credimi, e sono molto lieto di sentirtelo "dire"...

    - A me è capitato di imbattermi in qualche ebreo che si vantava di far parte del "popolo eletto". Che l'"elezione" consista nell'Alleanza fra Dio e Abramo io lo so benissimo, non so se lo sappia Massimo Fini, mi chiedo per quanto appena accennato se lo abbiamo ben presente tutti gli ebrei.

    - Se la metti così è chiaro che non esistono "gli" ebrei, ma allora non esistono neppure "gli" italiani, "gli" americani, "i" tedeschi e giù fino a "gli" abitanti di questo o quel quartiere, ecc. Ma sono espressioni comunemente usate pressoché da tutti in termini di semplificazione dialogica e, almeno di solito, senza alcuna valenza razzista. Come mai solo a proposito degli ebrei intravedi questa sfumatura?

  4. #44
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    Citazione Originariamente Scritto da Tomás de Torquemada
    Nel porgere grandi salutoni all'amico Jan Hus, replico velocissimamente a bsiviglia:

    - Quello che a proposito di Israele tu dai per ovvio e scontato non lo è per tutti, credimi, e sono molto lieto di sentirtelo "dire"...

    - A me è capitato di imbattermi in qualche ebreo che si vantava di far parte del "popolo eletto". Che l'"elezione" consista nell'Alleanza fra Dio e Abramo io lo so benissimo, non so se lo sappia Massimo Fini, mi chiedo per quanto appena accennato se lo abbiamo ben presente tutti gli ebrei.

    - Se la metti così è chiaro che non esistono "gli" ebrei, ma allora non esistono neppure "gli" italiani, "gli" americani, "i" tedeschi e giù fino a "gli" abitanti di questo o quel quartiere, ecc. Ma sono espressioni comunemente usate pressoché da tutti in termini di semplificazione dialogica e, almeno di solito, senza alcuna valenza razzista. Come mai solo a proposito degli ebrei intravedi questa sfumatura?

    Per la verità, io questa cosa sul popolo "eletto", nel senso che dici tu, cioè di superiore, l'ho sentita dire da moltissimi non ebrei, antisemiti in particolare. Ad ogni modo, ciò che tu dici non ha molto senso: sarebbe come se io dicessi che, siccome ho conosciuto un francese stupido o un tedesco ignorante, tutti i francesi sono stupidi e tutti i tedeschi sono ignoranti.
    Naturalmente, poi, esistono i francesi, gli italiani, gli americani e gli abitanti del quartiere ma (per fortuna) non sono tutti uguali, al di là di ovvie caratteristiche comuni.

  5. #45
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    Mi sembra strano che le mie parole non abbiano molto senso, considerato che concordavo con te... Boh!

    Intendevo aggiungere che se uno dice "gli italiani fanno questo", "i tedeschi fanno quell'altro", "gli abitanti di quel quartiere fanno quell'altro ancora" sarà accusato al massimo di facile generalizzazione.

    Se invece uno dice "gli ebrei pensano questo, dicono quell'altro" ecco che all'accusa di generalizzazione si aggiunge quella immancabile di antisemitismo.

    Ma insomma, perché non li si può considerare un'entità sociale e religiosa come le altre - né più né meno - e devono avere tutti questi riguardi blindati e diffusi?

  6. #46
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    In sintesi: parlare di gruppi estesissimi come di entità unitarie è sempre stupido... ciò che proprio mi sfugge è perché, quando il gruppo estesissimo è quello degli ebrei, uno oltre a essere stupido diventa anche antisemita.

  7. #47
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    Citazione Originariamente Scritto da Tomás de Torquemada
    Mi sembra strano che le mie parole non abbiano molto senso, considerato che concordavo con te... Boh!

    Intendevo aggiungere che se uno dice "gli italiani fanno questo", "i tedeschi fanno quell'altro", "gli abitanti di quel quartiere fanno quell'altro ancora" sarà accusato al massimo di facile generalizzazione.

    Se invece uno dice "gli ebrei pensano questo, dicono quell'altro" ecco che all'accusa di generalizzazione si aggiunge quella immancabile di antisemitismo.

    Ma insomma, perché non li si può considerare un'entità sociale e religiosa come le altre - né più né meno - e devono avere tutti questi riguardi blindati e diffusi?
    Guarda, io non so se tu leggi tutte le cose che si scrivono qui: io ne ho lette molte e ti assicuro che si va molto al di là di facili generalizzazioni: c'è dell'odio cieco, a mio parere.

  8. #48
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    Certo ci sono casi in cui la semplice generalizzazione non è tale ma tradisce, più o meno velatamente, odio cieco (sentimento a me sconosciuto... pensa che non odio ciecamente neppure AN... ).

    Ma credo che, in altre circostanze, la formula "gli ebrei" possa essere pronunciata magari superficialmente ma senza malizia e senza che si debba subito gridare all'antisemita.

  9. #49
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    Citazione Originariamente Scritto da Tomás de Torquemada
    Certo ci sono casi in cui la semplice generalizzazione non è tale ma tradisce, più o meno velatamente, odio cieco (sentimento a me sconosciuto... pensa che non odio ciecamente neppure AN... ).

    Ma credo che, in altre circostanze, la formula "gli ebrei" possa essere pronunciata magari superficialmente ma senza malizia e senza che si debba subito gridare all'antisemita.
    Guarda che io stessa uso il termine "ebrei" (non è mica un insulto) nè uso gridare all' antisemita a ogni stormir di fronde: sai bene che non è questo il punto. Che poi, per esempio, Pacifici dia dell'antisemita a chi non va alla manifestazione di Ferrara (alla quale neppure io sarei andata), per suoi calcoli elettoralistici all' interno della comunità ebraica romana, è, appunto, una sciocca dichiarazione di Pacifici, di cui la responsabilità è completamente sua personale. Qui, però, intendevo parlare di altro e cioè di chi butta tutte le sue frustrazioni nel "dagli all'ebreo"..

 

 
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