David Irving, Galileo Galilei e quell’inquisizione che non doveva esserci più.

Nel 1616 Galileo Galilei venne processato dal Sant’Uffizio; aveva osato sostenere che fosse la Terra a girare intorno al Sole e non viceversa come voleva la concezione ecclesiastica del tempo. Si dice che più d’uno degli inquisitori fosse convinto delle tesi del Galilei ma ritenesse inopportuno non condannarla per il timore di mettere in discussione un intero sistema di pensiero e di gerarchie ecclesiali e sociali.

Galilei che non era un leone ritrattò e visse tranquillo per altri ventisei anni. Che la terra giri intorno al sole divenne in seguito un luogo comune. Ne siamo tutti convintissimi e siamo anche convinti di averlo provato scientificamente ed empiricamente. Molto ci sarebbe da dire sulla relazione tra spazio e tempo, sulla diversità qualitativa dell’uno rispetto all’altro (sia nel trascorrere del tempo che nella locazione spaziale); tanto che potremmo giungere alla conclusione che l’assioma fondante della nostra cosmologia è vero e falso al tempo stesso, come probabilmente vero e falso era il suo inverso. Esistono dei profondi limiti di percezione determinati dal nostro esistere nonché dall’esistere in un determinato tempo. Ma qui si aprirebbe un discorso filosofico che riguarda la metafisica e non è questo il nostro scopo.

Nel 1616 era positivamente vero che la Terra girasse intorno al Sole ed era una repressione dell’onestà (più che della libertà) condannare le affermazioni del Galilei. Tanto ne restò impressionata l’intera società civile che il processo a Galilei è stato sempre raccontato e stigmatizzato nelle scuole per generazioni e generazioni, diventando l’emblema dell’oscurantismo. “Che tempi!” – ci dicevano – “per fortuna ce ne siamo liberati; non torneranno mai più…” Mi piacerebbe sapere che ne pensa oggi David Irving. Lo storico che è incontestabilmente il miglior biografo di Winston Churchill, uno dei più seri e quotati storici contemporanei, di casa a lungo alla Corte d’Inghilterra, è stato messo all’indice, rovinato economicamente ed ora persino arrestato durante una visita all’estero per aver sostenuto da studioso che uno dei dogmi contemporanei, una volta analizzato senza pregiudizi non è così solido come appare. Ma questo metterebbe in discussione un intero sistema di pensiero e di gerarchie pseudoecclesiali e sociali. E David Irving è meno furbo e più leonino di Galileo Galilei ragion per cui l’inquisizione l’ha subita in piena faccia anziché ammiccare e ritrattare.

Nelle vite parallele la sua è sicuramente quella che merita maggior rispetto.

In quanto ai nostri insegnanti elementari, evidentemente si sbagliavano: “quei tempi” ammesso che se ne fossero andati, sono tornati prepotentemente…

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