Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 516 del 28/9/2004
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Sull'ordine dei lavori (ore 17,50).
PRESIDENTE. Cari colleghi, vi do con prudenza una notizia, perché non è ancora ufficialmente confermata, anche se le televisioni ne stanno parlando. È una notizia che proviene da Al Jazeera, rilanciata dall'agenzia Reuters: secondo tale fonte, Simona Pari e Simona Torretta sarebbero state consegnate ad un incaricato d'affari italiano. Penso, se ciò fosse confermato, di poter esprimere la felicità di tutto il Parlamento della Repubblica (Generali, prolungati applausi - L'Assemblea si leva in piedi e, con essa, i membri del Governo).
Vi ringrazio per questo applauso. Non appena vi sarà la conferma ufficiale della notizia, ve la comunicherò. Vi sono ulteriori specificazioni delle agenzie di stampa che lascerebbero aperta la porta alla speranza ed alla conferma, ma - ripeto - ancora non vi è nulla di ufficiale.
Proseguiamo dunque nei nostri lavori e, non appena arriverà ufficialmente la comunicazione, ne informerò l'Assemblea.
ELIO VITO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, la ringrazio per la comunicazione che ha reso alla Camera e che, come è evidente, ha unito tutti noi e, credo, anche tutto il paese in un applauso di gioia e di sollievo per la liberazione delle nostre ragazze rapite. Credo, naturalmente, che occorrerà continuare a muoversi, affinché possano seguire altri atti positivi.
Signor Presidente, fatta salva la conferma ufficiale che, prudentemente e correttamente, lei attende, credo sia opportuno che questa sera stessa, come altre volte è stato giustamente chiesto, il Governo venga ufficialmente a riferire, al termine della seduta, se possibile, sulle modalità di un atto, di un gesto che, proprio perché positivo, credo possa essere valorizzato ed apprezzato da tutte le parti del Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro).
DARIO FRANCESCHINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, anche noi ci associamo alla soddisfazione ed alla gioia di tutto il paese, nonché alla richiesta di avere il prima possibile, in tempi ragionevoli, informazioni dettagliate e puntuali sulle modalità della liberazione delle italiane rapite.
In tutta la vicenda del rapimento delle due ragazze, l'opposizione, come è doveroso, ha mantenuto un atteggiamento di collaborazione e di silenzio che fosse utile a creare il clima necessario per la liberazione degli ostaggi. Naturalmente, questa nostra collaborazione non ha, in alcun modo, influito sulla diversità di valutazione di opinioni che avevamo, che abbiamo mantenuto e che manteniamo sulla presenza e sul ruolo dell'Italia in Iraq.
Siamo pieni di gioia per la liberazione degli ostaggi. Nei prossimi giorni vi sarà modo di ritornare, finalmente con il cuore libero da queste angosce, sulle valutazioni politiche, che meritano chiarezza fino in fondo (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani).
ELENA MONTECCHI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELENA MONTECCHI. Signor Presidente, anche il gruppo dei Democratici di sinistra si associa alla gioia per la liberazione delle due Simone.
Come ricordava il collega Franceschini, tutta l'opposizione, pur mantenendo un giudizio durissimo sulla guerra in Iraq, si è assunta le proprie responsabilità in una situazione così drammatica.
Abbiamo sofferto per il rapimento delle due Simone e - me lo lasci dire, Presidente - abbiamo sofferto soprattutto come donne, in quanto abbiamo visto nel rapimento delle due volontarie un atto drammatico e crudele. Oggi, siamo ancora più felici per questa liberazione!
Nei prossimi giorni rifletteremo sul ruolo del nostro paese nella drammatica situazione irachena, e anche noi riteniamo sia giusto che il Governo venga a riferire il più presto possibile. È davvero un momento di gioia, in quanto pensiamo anche alle due famiglie coinvolte, a quelle madri che hanno sofferto insieme ai fratelli e alle sorelle. Dunque, in questo momento di gioia, ci stringiamo attorno a queste due famiglie (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Verdi-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Colleghi, la televisione araba informa che sarebbero stati liberati anche i due volontari iracheni rapiti insieme alle nostre connazionali (Generali applausi).
PIER PAOLO CENTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO CENTO. Signor Presidente, anche i Verdi, ovviamente, si associano con gioia alla felicità per la liberazione delle due volontarie di pace e dei due volontari iracheni. D'altra parte, proprio oggi anche in questa sede decine di parlamentari hanno accolto l'invito di «Un Ponte per...», indossando il simbolo di una margherita per testimoniare il proprio impegno per la liberazione delle due Simone e degli altri ostaggi.
Ritengo sia doveroso - lo avevamo chiesto nei giorni scorsi, lo chiediamo anche adesso - che il Governo venga a riferire al più presto in Parlamento. In queste settimane anche i Verdi, partecipando alla riunione convocata dal Governo, hanno assunto un atteggiamento di responsabilità nazionale che, per noi, non ha mai significato e non potrà mai significare unità nazionale: responsabilità nel sostenere ogni azione politica tesa alla liberazione degli ostaggi, ma anche rivendicazione responsabile dell'autonomia politica e parlamentare su un giudizio sulla guerra che rimane fortemente negativo, così come resta forte il nostro impegno e la necessità di una discussione parlamentare che prenda atto del fallimento della guerra in Iraq e discuta dell'opportunità di un cessate il fuoco per ragioni umanitarie, oltre che sulle richieste che più volte, come Verdi, abbiamo avanzato in ordine al ritiro dei soldati italiani dall'Iraq.
Ma oggi, certamente, è il momento dell'applauso, della gioia, della serenità, della solidarietà alle due Simone e agli altri ostaggi, nonché della vicinanza alle famiglie che hanno vissuto questi giorni con grande coraggio e con grande senso etico (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Verdi-L'Ulivo, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo).
FRANCESCO GIORDANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO GIORDANO. Signor Presidente, anche il gruppo di Rifondazione comunista si associa con intensità ai sentimenti di gioia, espressi dall'applauso generale della Camera dei deputati. C'è stata tanta sofferenza, ma alla fine - se dovessero essere confermate le notizie sulla liberazione di tutti gli ostaggi, come ormai appare certo - credo che si sia ottenuto un risultato assolutamente straordinario.
Per questo oggi è il momento della gioia, in cui hanno prevalso e vinto le culture della pace, che tanto hanno animato anche la richiesta di liberazione degli ostaggi.
Credo che dovremmo fermarci qui e determinare, anche per questa via, il giudizio - che permane fortemente critico - di contrasto alla guerra e alla nostra presenza militare in Iraq. Come è noto, le nostre opinioni su questo punto sono assolutamente divergenti e contrastanti.
Continueremo, quindi, a discutere politicamente sugli effetti della guerra e su come fermarla e contrastarla. Oggi, però, diamo libero sfogo ai nostri sentimenti di gioia e di contentezza (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
GUGLIELMO ROSITANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GUGLIELMO ROSITANI. Signor Presidente, nell'esprimere la soddisfazione umana e politica dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale, registro con grande soddisfazione che il Parlamento, il popolo italiano e tutte le forze politiche hanno scritto una pagina importante della nostra storia. L'unità, in una vicenda come questa, ha ottenuto i risultati visti; al di là delle polemiche, a nostro parere inutili, che qualche collega ha comunque voluto sollevare, pur in un momento simile, Alleanza nazionale ritiene che la via seguita dalle forze politiche e dal Governo italiano, ieri come oggi, sia quella più giusta.
Nell'augurio che questo passaggio importante della vicenda irachena sia l'inizio di una nuova strada, che permetta a quella nazione e a quel popolo di ritrovare tranquillità, serenità e pace, i deputati del gruppo di Alleanza nazionale augurano alle ragazze e alle loro famiglie grande soddisfazione e grande gioia. Auguriamo, altresì, di poter vivere con tranquillità questi momenti cui ci associamo con sincerità e commozione (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).
PRESIDENTE. Comunico che il Governo conferma la notizia della liberazione degli ostaggi (Generali applausi).
LUIGI D'AGRÒ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, il lungo applauso, quasi liberatorio, che ha accomunato in quest'aula entrambe le parti, il centrodestra e il centrosinistra, indubbiamente dimostra che l'emozione è stata profonda e che il raggiungimento del risultato positivo, contraddistinto dall'annuncio poc'anzi dato, è stato ottenuto anche grazie allo spirito di unità.
Voglio fare anche un altro tipo di considerazione; per alcuni versi, tale risultato riesce a sconfiggere lo scetticismo e anche la polemica, in alcuni casi irriverente, che taluni avevano sollevato contro il Governo, dichiarandolo non sufficientemente capace di risolvere un problema così delicato e controverso. Credo che invece l'unità di intenti manifestata e l'operatività silenziosa dell'esecutivo abbiano ottenuto il risultato da tutti sperato.
Il gruppo dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro si associa alla gioia del paese e dei familiari per il ritorno a casa delle due Simone. Tuttavia, in questo momento di gioia vogliamo anche ricordare quanti non hanno avuto uguale sorte e hanno sofferto una violenza che ha fatto sì che non siano più fra di noi (Applausi).
A coloro che ancora soffrono in quel paese la brutalità di un terrorismo feroce rivolgiamo un pensiero deferente e auguriamo di poter tornare fra di noi, nelle nostre case, insieme a numerosi amici che vogliono la pace (Applausi).
UGO INTINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
UGO INTINI. Signor Presidente, più grande è la gioia e più è unanimemente sentita, meno sono le parole necessarie. Ricordo soltanto, in primo luogo, che siamo stati saggi, tutti, nel manifestare spirito di unità e di moderazione in un momento di crisi: lo siamo stati tutti, sia l'opposizione, sia la maggioranza. Ricordo inoltre che la gioia di questa liberazione è accompagnata dalla consapevolezza che la storia personale di generosità e di volontariato delle due ragazze è probabilmente stata di grande aiuto.
Allo spirito di unità si sostituirà presto lo spirito critico, ma in modo costruttivo e sempre nell'interesse del paese. Tuttavia, ciò avverrà non oggi, ma domani, perché oggi è il momento della gioia comune (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-socialisti democratici italiani, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e di Rifondazione comunista).
MASSIMO POLLEDRI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, anche la Lega Nord si associa ai sentimenti di soddisfazione e di gioia manifestati in quest'aula. Si tratta di sentimenti di soddisfazione e di gioia anche per le famiglie, alle quali rivolgiamo un abbraccio ideale, che si sono trovate in una situazione estremamente drammatica.
Si tratta dunque di un momento di soddisfazione, anche per il clima di responsabilità che si è venuto a creare fra tutte le forze politiche presenti in questo Parlamento, per poter arrivare a una presa di posizione comune.
Tuttavia, non deve giungere da alcuna forza politica né dal Governo alcun segnale di cedimento o di sottovalutazione, né alcuna forma di giustificazione di un terrorismo diffuso, barbaro e contrario ad ogni principio di civiltà. Ricordiamo quanti non hanno avuto, purtroppo, la stessa sorte delle nostre due Simone; ricordiamo quanti, ancora oggi, sono nelle mani della barbarie terrorista; ricordiamo anche i soldati, che rischiano la propria vita e la cui uccisione continua ad insanguinare le strade del paese. Vogliamo ricordare che non vi sono ostaggi di serie A e ostaggi di serie B, ma che tutti sono figli di questo grande paese (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Federazione Padana e del deputato Boato).
GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, intervengo soltanto per associarmi alle parole con cui tutti i colleghi che mi hanno preceduto hanno espresso il sollievo per la conclusione di questo episodio molto doloroso e drammatico e la gioia per la liberazione delle due giovani volontarie italiane. Ritengo che in questa circostanza il paese abbia dato prova di grande compostezza e le forze politiche abbiano saputo trovare ciò che le unisce, pur nelle differenze politiche che, ovviamente, sussistevano e sussistono. Credo che tale elemento di unità abbia contribuito in maniera sostanziale al risultato positivo che oggi siamo felici di poter celebrare.
MAURA COSSUTTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURA COSSUTTA. Signor Presidente, è una notizia splendida: oggi noi deputati del centrosinistra abbiamo indossato l'adesivo di «Un ponte per Bagdad» per le Simone, con la scritta: «Liberate la pace». Ci abbiamo creduto, fino all'ultimo: è una notizia splendida e liberatoria! Siamo felici per queste due splendide ragazze, per i due ostaggi iracheni, per le loro famiglie, per tutti noi.
Tanto più siamo felici, tanto più restiamo, purtroppo, angosciati e profondamente addolorati per chi non ha potuto essere liberato ed è stato ucciso, come Baldoni.
È una notizia liberatoria: è finito un incubo. È una notizia liberatoria anche per la verità, perché la verità è la prima vittima della guerra, di questa guerra, di questo terrorismo. Di fronte all'orrore serve un «di più» di analisi, di lucidità, di razionalità, di parola, di politica. Serve un «di più» di verità e noi la verità la vogliamo e la continueremo a dire.
C'è bisogno di sapere, c'è bisogno di capire e c'è bisogno di decidere. Contro questa guerra, contro questo terrorismo, servono decisioni politiche e credo spetti oggi al nostro paese - lo chiederemo anche al Governo che certamente verrà subito in aula a riferire - svolgere un ruolo fondamentale, quello di imporre una svolta per non precipitare nel baratro, rompere quella tragica spirale guerra-terrorismo e chiedere, quindi, il ritiro dei nostri soldati. Questa richiesta è l'unica condizione realistica, politica per ottenere ed impedire che l'Iraq e il mondo intero sprofondino nel baratro senza fine (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Comunisti italiani)!
PRESIDENTE. Ringrazio tutti i colleghi per i loro interventi.
ROBERTO CALDEROLI, Ministro per le riforme istituzionali e la devoluzione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO CALDEROLI, Ministro per le riforme istituzionali e la devoluzione. Signor Presidente, soltanto poche parole per esprimere a nome del Governo la soddisfazione per questa notizia: si tratta sicuramente di una bella sorpresa.
Vorrei inoltre ringraziare l'opposizione per l'atteggiamento di responsabilità dimostrato. Credo che l'atteggiamento assunto da entrambe le parti abbia dimostrato come, anche nel campo della lotta al terrorismo, si possano raggiungere traguardi che credo siano auspicati da tutti (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, della Lega Nord Federazione Padana e Misto-Verdi-L'Ulivo).
Colgo l'occasione anche per ringraziare il sottosegretario Letta per la capacità e la diplomazia dimostrata in questa occasione, come nella precedente (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Lega Nord Federazione Padana e Misto-Verdi-L'Ulivo). Solleciterò quindi il Governo affinché venga al più presto a riferire al Parlamento.