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Viva la vida!
Immaginate un’epoca in cui si può morire a sedici anni, falciati a colpi di canne mozze, per le proprie idee.
Immaginate un’epoca in cui decine di migliaia di rossi esaltano la lotta armata e qualche migliaio la pratica, spesso il bersaglio voi.
Immaginate un’epoca che marcia al ritmo di quattro attentati al giorno e di una vittima ogni due.
Immaginate un’epoca in cui siete preda di ogni forma di prevaricazione e di linciaggio.
Immaginate un’epoca in cui tutti quelli più grandi di voi spariscono: in prigione, all’estero, all’ospedale o magari si riparano in attesa di tempi migliori.
Immaginate di decidere, in un’epoca così, di prendere in mano i vostri destini e di fare fronte, contraddicendo ogni senso comune.
Immaginate d’incontrare allora un ragazzo di diciannove anni, alto, robusto, imponente come un guerriero germano, ma dal naso grosso e con i lineamenti da italico signore di ventura rinascimentale, un ragazzo di diciannove anni che dà a tutti fiducia e tranquillità, un ragazzo di diciannove anni con le spalle più larghe di quelle di Atlante nell’assumere su di sé i destini del mondo.
Immaginate di scoprire che quel ragazzo ha la saggezza di un Erule, ha dimestichezza con le Rune come con la prisca Tradizione Romana.
Immaginate di avere a che fare con un atleta di prim’ordine, che sembra invincibile in tutte le discipline di combattimento che pratica oramai già da qualche anno.
Immaginate di avere a che fare con una furia che, in piazza, in un periodo in cui gli scontri uno a quattro sono considerati vantaggiosi, dà un ulteriore vantaggio all’avversario.
Immaginate un ragazzo che uno a dodici attacca sempre da solo ingiungendo agli altri di non intervenire.
Immaginate un ragazzo che è sempre in prima fila, un ragazzo che assume su di sé tutte le incombenze più pericolose e che non se ne fa bello, ma continua sorridente e modesto a ricordare che tutto ciò è elementare, semplice, naturale.
Immaginate un uomo così, il migliore di tutti, il più forte, il più coraggioso, il più carismatico, il più temuto che non si sogna mai di fare la ruota del pavone, che non si prende per l’uomo della provvidenza, che non gode di alcuna autogratificazione. Raro, ma vero!
Immaginate, quel ragazzo, quel guerriero, che sempre ha una parola di conforto per chi è sconfortato, sempre un occhio benevolo per chi arranca, sempre una parola dolce per chi sbaglia.
Immaginatelo quel ragazzo, armato, a difendere il vostro spazio vitale.
Immaginatelo, armato, nel pieno della tormenta a ricordare a tutti, innanzitutto a tutti voi, che la vita è sacra e che il nemico va costretto ad abbassare il tiro, non va ucciso.
Immaginate quel ragazzo-guerriero che riesce davvero a fare abbassare il tiro e a farci alzare la testa.
Immaginate quel magnanimo a cui più d’uno deve, ignaro, la vita, essere arrestato e gettato in prigione per quasi dieci anni. Senza reati di sangue.
Immaginatelo scoprire nella cella vicina che uno dei suoi migliori fratelli è morto: Nanni che egli spergiura essersi tolto la vita.
Immaginatelo in cella mentre viene informato che sua madre si è uccisa, gettandosi dal balcone, perché ha ricevuto l’avviso di una accusa di omicidio talmente falsa che del resto cadrà di lì a poco.
Immaginatelo mentre gli rifiutano di recarsi al suo funerale.
Immaginatelo tanto, tanto tempo dopo, alla fine di quell’Odissea che ti marca nel profondo, mentre esce, si guarda intorno e fa la scelta di cominciare daccapo nel modo più difficile.
Immaginate un uomo che sarebbe un mito in un piccolo mondo sfuggire allora le facili luci della ribalta e rimboccarsi le maniche.
Immaginatelo fare una scelta in salita, come le montagne che scala da sempre, una scelta ingrata, difficile, che fa parlare a sproposito tanti superficiali.
Immaginatelo non rispondere alle calunnie, alle allusioni, ai deliri.
Immaginatelo impegnato in mille cose che voi non capite.
Immaginatelo ancora e sempre indulgente anche con quelli che voi bastonereste.
Immaginatelo mentre vi osserva nei vostri tentativi più disparati, a volte sorridendo benevolo, a volte scuotendo la testa, a volte mostrando approvazione.
Immaginatelo radioso perché, una tantum, è lui che vi deve qualcosa visto che siete riuscito a fargli incontrare un SS che ha combattuto sul mitico Fronte dell’Est.
Immaginatelo sereno e poi felice con la piccola Matilde in braccio.
Immaginate un maledetto giorno di ricevere una telefonata maledetta e di sapere che egli non è più qui.
Immaginate due giorni di trance.
Immaginate migliaia di persone che per accomiatarsi dal “Comandante” vengono da ovunque, escono da ogni piega del tempo e attestano come tutti lo amassero; dimostrano cosa sia un capo e ci fanno capire perché oggi un capo preferisce non dichiararsi, rifuggendo i reality show.
Immaginate di reincontrare giovanotti di trent’anni fa che voi avevate perso di vista ma lui no e scoprire che sono restati legati tra loro tramite lui.
Immaginate di parlare con loro e di scoprire che tante di quelle cose che voi vi affannate a cercare di costruire egli le ha tenute in vita e coltivate senza dargli alcun suono di gran cassa.
Immaginate di ritrovare in quei giovanotti di allora l’amore per le cose antiche, per la Tradizione, nuclei coesi che scalano montagne, piccole lobbies di persone che fanno invece di proclamare.
Immaginate di scoprire che mentre tanti si agitano e strillano qualcuno ha operato silenziosamente e in profondità com’era suo stile e sua natura.
Immaginate di svegliarvi un giorno e trovarvi davvero soli.
Immaginate di guardarvi intorno e di accorgervi che tutto il meglio lo aveva creato lui.
Immaginatevi con un compito ancor più gravoso sulle spalle e con l’animo gonfio.
Immaginate di “sentire” la sua mancanza e la sua presenza al tempo stesso.
Immaginate di aver recuperato il Modello, il Mito sapendo che si tratta di un uomo normale, ovvero così come vuole la norma.
Immaginate di provare a prenderlo come Stella Polare.
Insomma immaginate il migliore di tutti voi.
Allora state immaginando Peppe Dimitri, o meglio ci state provando