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Discussione: Spinoza

  1. #11
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    Citazione Originariamente Scritto da Defender Visualizza Messaggio
    E io consiglio anche "La filosofia etico-politica di Spinoza", di A. Deregibus, ed. Giappacchielli.
    Sempre che non sembri troppo audace, nell'Area... in fin dei conti era pur sempre giudomassone.

    A me queste etichette fanno ridere, mi sembrano date perchè non si ha voglia di confrontarsi con le idee degli altri...sono soltanto espressione di pregiudizio e di mancanza di spirito critico...come quando i compagni dicevano che Junger o Nietzsche non andavano letti in quanto "nazisti" o "reazionari"...
    Spinoza è stato una delle menti più acute e robuste dell'umanità, un grande pensatore come Nietzsche e Heidegger...

  2. #12
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    Citazione Originariamente Scritto da Nigromontanus Visualizza Messaggio
    A me queste etichette fanno ridere, mi sembrano date perchè non si ha voglia di confrontarsi con le idee degli altri...sono soltanto espressione di pregiudizio e di mancanza di spirito critico...come quando i compagni dicevano che Junger o Nietzsche non andavano letti in quanto "nazisti" o "reazionari"...
    Spinoza è stato una delle menti più acute e robuste dell'umanità, un grande pensatore come Nietzsche e Heidegger...
    Defender scherzava

  3. #13
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    Citazione Originariamente Scritto da Nigromontanus Visualizza Messaggio
    A me queste etichette fanno ridere, mi sembrano date perchè non si ha voglia di confrontarsi con le idee degli altri...sono soltanto espressione di pregiudizio e di mancanza di spirito critico...come quando i compagni dicevano che Junger o Nietzsche non andavano letti in quanto "nazisti" o "reazionari"...
    Spinoza è stato una delle menti più acute e robuste dell'umanità, un grande pensatore come Nietzsche e Heidegger...
    Il più grande a mio modesto avviso nell' avere (con Nietzsche seppur con accenti diversi da questo) cercato la spinta progressiva e socializzante dell' immanenza.

  4. #14
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    Citazione Originariamente Scritto da LEONIDA Visualizza Messaggio
    Il più grande a mio modesto avviso nell' avere (con Nietzsche seppur con accenti diversi da questo) cercato la spinta progressiva e socializzante dell' immanenza.

    Radicale immanenza con una fortissima dimensione spirituale ed etica.

  5. #15
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    Nietzsche lo riteneva un suo 'predecessore'.

  6. #16
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    Citazione Originariamente Scritto da Ksatriya Visualizza Messaggio
    Nietzsche lo riteneva un suo 'predecessore'.

    Ma infatti Nietzsche non era affatto un immoralista e un nichilista. La sua opera ruota intorno a temi etici. La sua critica del Cristianesimo aveva in mente un eticità superiore a quella cristiana, non certo l'uguaglianza o l'assenza dei valori in cui la nostra epoca affonda. Non era certo un relativista per cui tutti i valori sono uguali e, quindi, ugualmente inessenziali. Era lontanissimo ed antitetico ad un materialismo del qui ed ora. Vedeva nel socialismo una variante del Cristianesimo ancora più livellatrice e fondamentalmente nichilista. Era consapevole che solo l'uomo abituato ad essere anche duro con se stesso poteva ascendere, essere aristocratico in senso spirituale. Ma voleva creare una dimensione etica vissuta nell'immanenza, senza ricorrere ad un Dio che ordina all'uomo quello che deve o non deve fare promettendo premi o minacciando punizioni in un oltremondo. Anche perchè nel nome di Dio hanno spesso parlato uomini mossi da interessi soltanto politici e di potere, come la vicenda storica dell'uomo insegna di continuo. Pensava che la promessa di un premio o la minaccia di una punizione sono strumenti con cui si trattano i bambini o i servi, non gli uomini. Fare il bene per avere un premio o per timore di una punizione non ha nulla di etico, è solo un baratto volgare.

  7. #17
    petronius
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    Citazione Originariamente Scritto da LEONIDA Visualizza Messaggio
    Il più grande a mio modesto avviso nell' avere (con Nietzsche seppur con accenti diversi da questo) cercato la spinta progressiva e socializzante dell' immanenza.
    Io ho sempre visto nell'immanenza spinoziana il carattere del fuori da sè, dell'oggettivo come negazione di una spiritualità tutta soggettiva, tipica della visione del mondo ebraica. Dio come "infinito nulla", diventa null'altro che infinita presenza nella materialità. E' certo una riduzione del concetto religioso ma resta pur sempre un distinto oggettivo. Ora la mia perplessità è questa: non potendo liberarsi l'uomo da questo "peso" distinto, come volevano i positivisti e nietzsche, nè potendo renderlo oggetto della propria soggettività, come vogliono i cristiani, cosa resta all'uomo? E' davvero solo in una valle di lacrime!

  8. #18
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    Citazione Originariamente Scritto da petronius Visualizza Messaggio
    Io ho sempre visto nell'immanenza spinoziana il carattere del fuori da sè, dell'oggettivo come negazione di una spiritualità tutta soggettiva, tipica della visione del mondo ebraica. Dio come "infinito nulla", diventa null'altro che infinita presenza nella materialità. E' certo una riduzione del concetto religioso ma resta pur sempre un distinto oggettivo. Ora la mia perplessità è questa: non potendo liberarsi l'uomo da questo "peso" distinto, come volevano i positivisti e nietzsche, nè potendo renderlo oggetto della propria soggettività, come vogliono i cristiani, cosa resta all'uomo? E' davvero solo in una valle di lacrime!
    Non mi pare che per Spinoza Dio sia un "infinito nulla", anzi è la forza dinamica e creatrice che agisce in tutte le cose, dal singolo atomo fino alle galassie, è una "forza" presente nel sistema e non esterna al sistema come il Dio cristiano, che ha assunto delle fattezze antropomorfe che sono inaccettabili per chi riflette un minimo. Mi ricordo che da adolescente al catechismo chiesi (si parlava di vita extraterrestre) "Ma se esistono lontano dalla Terra specie viventi diverse dall'uomo, vale anche per loro che Dio, il creatore di tutto e quindi anche il loro creatore, abbia assunto fattezze umane in Gesù Cristo ?"

  9. #19
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    Citazione Originariamente Scritto da petronius Visualizza Messaggio
    Io ho sempre visto nell'immanenza spinoziana il carattere del fuori da sè, dell'oggettivo come negazione di una spiritualità tutta soggettiva, tipica della visione del mondo ebraica. Dio come "infinito nulla", diventa null'altro che infinita presenza nella materialità. E' certo una riduzione del concetto religioso ma resta pur sempre un distinto oggettivo. Ora la mia perplessità è questa: non potendo liberarsi l'uomo da questo "peso" distinto, come volevano i positivisti e nietzsche, nè potendo renderlo oggetto della propria soggettività, come vogliono i cristiani, cosa resta all'uomo? E' davvero solo in una valle di lacrime!
    ..no non è solo, assolutamente. Soltanto deve sapere che non ci sono mondi "altri" cui aspirare, che non ci sono "ricompense individuali", nè "salvezza". L' uomo ha come unico orizzonte possibile di felicità il lavoro di costruzione del "comune". Comunque Spinoza svolge la sua filosofia su di un piano di assoluta immanenza, cioè ricompone i livelli ontologici separati da Platone (essenza ed esistenza che fanno parte di ordini separati) e supera la causa immanente dell' emanatismo plotiniano (una causa che non si separa dai suoi effetti, ma emanazione a senso unico, per cui gli enti hanno si la stessa sostanza dell' Uno, ma non la stessa capacità agente, e ne sono solamente gli effetti, meri prodotti, una sorta di declinazione inferiore). La sostanza spinoziana non è 'altro' dai suoi termini. Indubbiamente e non sono certo io a dirlo apre la strada a Nietzsche

  10. #20
    petronius
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    Non mi pare che per Spinoza Dio sia un "infinito nulla", anzi è la forza dinamica e creatrice che agisce in tutte le cose, dal singolo atomo fino alle galassie, è una "forza" presente nel sistema e non esterna al sistema come il Dio cristiano, che ha assunto delle fattezze antropomorfe che sono inaccettabili per chi riflette un minimo. Mi ricordo che da adolescente al catechismo chiesi (si parlava di vita extraterrestre) "Ma se esistono lontano dalla Terra specie viventi diverse dall'uomo, vale anche per loro che Dio, il creatore di tutto e quindi anche il loro creatore, abbia assunto fattezze umane in Gesù Cristo ?"
    Infatti ho scritto che, dalla tradizione giudaica dove Dio è concepito come "infinito nulla", "diventa null'altro che infinita presenza nella materialità. E' certo una riduzione del concetto religioso ma resta pur sempre un distinto oggettivo." Infinita presenza, dunque esser-ci, significa essere attivi nel mondo. Ma è un'attività che non riguarda l'uomo come cretura nel mondo, è altra da sè e non è esperienza della soggettività umana. La domanda che hai fatto a Catechismo si riduce al fatto che se esistessero gli alieni la Bibbia sarebbe un'invenzione.

 

 
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