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Il nuovo sindaco: un dandy educato a Eton che parla latino e greco antico
Già al lavoro in Comune mentre per i laburisti c'è lo spettro delle elezioni 2010
Londra, il primo giorno di Johnson
e nel Labour processo a Brown
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
Boris Johnson
LONDRA - "Non vedo l'ora di riprendere la mia bicicletta": ha esordito così, Boris Johnson, appena uscito dalla sua casetta di Islington (lo stesso quartiere di Londra in cui viveva Tony Blair prima di diventare primo ministro), parlando con i giornalisti nel suo primo giorno da sindaco della capitale. Niente bici per andare al lavoro, però, stamattina: una macchina con autista, per condurlo velocemente alle prime riunioni, con il capo della polizia e con il capo dei trasporti, a City Hall, il municipio dalla forma strana (sembra costruito da un ubriaco), sulla riva del Tamigi.
Mentre il Labour di Gordon Brown si lecca le ferite e pensa a come evitare di perdere il potere nelle elezioni politiche del 2010 (impresa non facile, secondo i commenti della stampa britannica, che predicono all'unanimità la fine dell'era laburista), i conservatori festeggiano. Il leader del partito, David Cameron, celebra la vittoria nelle amministrative: se si votasse oggi per il parlamento nazionale, i Tory incasserebbero una schiacciante maggioranza alla camera dei Comuni. Ma l'uomo del momento, ancora più di Cameron, è indubbiamente Boris Johnson. Se la vittoria dei Tory era prevista, quella di Johnson a Londra appariva più incerta.
Ken Livingstone detto "il Rosso", sindaco per due mandati, aveva governato sostanzialmente bene e godeva di un ampio consenso: perfino Johnson, del resto, gli ha fatto i complimenti nel suo discorso della vittoria e si è augurato di potergli trovare un incarico nella propria amministrazione. Come ha fatto, allora, Johnson a vincere? E chi è il nuovo primo cittadino della capitale?
La risposta al primo quesito ha molte facce: la crisi economica ha generato scontento, anche a Londra; Livingstone ha commesso qualche errore e dimostrato, dopo otto anni, qualche tendenza all'arroganza e al nepotismo; nella politica moderna la gente ha voglia di cambiare protagonisti, come in uno show televisivo, e c'era dunque desiderio di un volto nuovo. Infine, come a Roma, i temi del crimine, della sicurezza, dell'immigrazione, hanno giocato a favore di un partito, i Tory, che promette di fare di più in questo campo (anche se non è detto che riuscirà a farlo meglio del Labour).
Poi, per l'appunto, c'è il volto nuovo. Lui: Alexander Boris de Pfeffel Johnson, famiglia aristocratica, padre ex-politico, educato a Eton, la scuola privata dei re e dei premier, e a Oxford, giornalista, direttore dello "Spectator", storico settimanale della destra colta, deputato da due legislature. E pazzerellone, clown, buffone, gaffeur impenitente, dandy. Un personaggio. Un Vip. Uno dalla battuta pronta, anche troppo, come quando definì "negretti" i popoli del Commonwealth, "cannibali" gli abitanti di Papua, "vittimisti" quelli di Liverpool e paragonò le unioni fra gay a quelle "tra uomini e cani". Ma Johnson, dice chi lo conosce bene e lo ama, non è né razzista, né omofobo. "Ha sangue ebraico, turco, circasso, svizzero, inglese e francese nelle vene, è un multiculturalismo vivente", dice suo padre Alex. "Sua moglie è mezza indiana, e così sono dunque anche i suoi figli", gli fa eco sua sorella Rachel. La quale aggiunge, a proposito della presunta omofobia: "Mio fratello non potrebbe avercela con gli omosessuali, non per nulla ha studiato a Eton", scuola solo maschile, dove si mormora da sempre che l'omosessualità fosse diffusa e tollerata molto prima che nel resto della società britannica. Suo padre aggiunge che Boris "ha studiato i classici, parla latino e greco antico", sostenendo che ciò lo aiuta a comprendere il mondo moderno, ad accettare le differenze culturali, a trovare un'identità comune di valori occidentali. Di certo c'è che il nuovo sindaco ha scritto bei libri sulla Roma dei Cesari: chissà se aspira a fare risplendere in modo simile la sua Londra. Sarà un Augusto, un Nerone o un Caligola?
(3 maggio 2008)
http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/esteri/elezioni-gb/reazioni-londra/reazioni-londra.html