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Discussione: ITALIA AUGUSTEA

  1. #1
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    Predefinito ITALIA AUGUSTEA

    Per meglio inquadrare le idee di spazio degli antichi.
    "Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"


    IL DISPUTATOR CORTESE

    Possono tenersi il loro paradiso.
    Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.

  2. #2
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    Predefinito Rif: ITALIA AUGUSTEA

    Una tendenza storiografica in voga qualche decennio fa vedeva nelle condizioni geografiche il fattore che avrebbe forgiato in modo decisivo gli sviluppi di una civiltà dell'evo antico: così la tormentata orografia dell'Ellade ne avrebbe determinato la frammentazione politica in numerose città stato, mentre il Nilo unica via di comnicazione certa della regione sarebbe stato garanzia dell'unità dell'Egitto.

    Così anche la centralità dell'Italia nel Mediterraneo avrebbe inevitabilmente portato quella regione a dominare tutti i paesi dell'area mediterranea, prima o poi.
    Ultima modifica di occidentale; 19-05-10 alle 13:08
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  3. #3
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    Predefinito Rif: ITALIA AUGUSTEA

    Al momento presente queste forme di rigido determinismo, che del resto affondano le proprie radici in concezioni sviluppate già nell'antichità classica (si veda per esempio Vitr., VI, 1, 9-11), sono state per lo più messe da parte.

    Non per questo lo studio del contesto geografico che fu teatro degli avvenimenti del passato viene ritenuto inutile:
    la storia rimane pur sempre anche analisi dell'interazione fra uomo e ambiente, un'interazione in cui l'uomo è influenzato dall'ambiente,
    ma al tempo stesso, in qualche misura, lo plasma a seconda delle esigenze che si trova ad avere.

    Lo spazio è insieme con il tempo, una delle coordinate fondamentali
    della storia: la conoscenza degli spazi geografici è dunque presupposto
    indiscutibile per l'interpretazione e la comprensione degli avvenimenti
    storici.
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  4. #4
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    Predefinito Rif: ITALIA AUGUSTEA

    Non è certo possibile in questa sede prendere in esame nella sua
    interezza il mondo romano, che, vale la pena ricordarlo, al momento della sua massima espansione, si estendeva su quasi tutta l'Europa, il Vicino Oriente e l'Africa settentrionale.

    Dovendo scegliere una regione di questa vasta area, la preferenza cade immediatamente e logicamente sull'Italia.

    L'Italia infatti non solo fu il teatro di buona parte degli eventi della prima fase della storia romana, ma fu anche la principale base
    della potenza di Roma: fu principalmente grazie al potenziale umano e alle
    risorse dell'Italia che Roma riuscì a conquistare un impero.

    La consapevolezza di questo fatto emerge chiaramente in un celebre passo di Polibio, nel quale lo storico registra gli effettivi che Roma poteva mobilitare nel 225 a.C., per fronteggiare l'ultima grande invasione della penisola da parte dei Galli e li confronta con l'esiguo esercito col quale Annibale avrebbe attaccato Roma appena qualche anni più tardi.

    Polibio, Storie, II, 24: il potenziale demografico dell'Italia

    Perché risulti chiaro, solo sulla base dei fatti, quanto era grande la potenza che Annibale osò attaccare e quanto grande l'impero che egli affrontò temerariamente, raggiungendo il suo proposito fino al punto di precipitare i Romani in gravissime sventure, (2) bisognerà dire i mezzi e le quantità delle forze che erano allora a loro disposizione. (3) Con i consoli dunque, erano uscite in spedizione quattro legioni romane, ciascuna comprendente 5.200 fanti e 300 cavalieri. (4) Gli alleati (suvmmacoi) schierati con tutti e due gli eserciti erano complessivamente 30.000 fanti e 2.000 cavalieri. (5)
    Dei Sabini e dei Tirreni venuti in soccorso di Roma in tutta fretta erano circa 4.000 cavalieri e oltre 50.000 fanti. ... (7) Gli Umbri e i Sarsinati abitanti dell'Appennino furono radunati in circa 20.000 e con loro 20.000 Veneti e Cenomani. (8) ...

    Queste, dunque, le truppe che presidiavano il territorio.
    (9) A Roma, invece, stazionavano, preparati per le evenienze della guerra, nel ruolo di corpo di riserva, degli stessi Romani 20.000 fanti e con loro 1.500 cavalieri, e degli alleati 30.000 fanti e 2.000 cavalieri. (10)
    Le liste d'arruolamento furono così presentate: dei Latini 80.000 fanti e 5.000 cavalieri, dei Sanniti 70.000 fanti e, con questi, 7.000 cavalieri, (11) degli Iapigi e dei Messapi, poi, complessivamente, 50.000 fanti e 12.000 cavalieri, (12) dei Lucani 30.000 fanti e 3.000 cavalieri, dei Marsi, Marrucini, Frentani e Vestini 20.000 fanti e 4.000 cavalieri. (13) Inoltre, in Sicilia e a Taranto stavano di riserva due legioni, ciascuna delle quali era di 4.200 fanti e 200 cavalieri. (14) Fra Romani e Campani fu registrata una massa di circa 250.000 fanti e c'erano poi 23.000 cavalieri, (16) mentre la quantità complessiva di quelli in grado di portare le armi era di oltre 700.000 fanti e di circa 70.000 cavalieri. (17) Contro di loro, Annibale invase l'Italia con meno di 20.000 uomini.
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    Predefinito Rif: ITALIA AUGUSTEA

    Il passo polibiano ha dato adito ad una vivace discussione sull'attendibilità
    delle cifre tramandate e sulla possibilità che esse si riferissero a tutti i maschi adulti o piuttosto solamente alle persone che effettivamente potevano essere reclutate per il servizio militare attivo.

    Quello che a noi interessava è rilevare il ruolo fondamentale che gli alleati e i Latini avevano nelle forze armate romane, rappresentando ben oltre la metà degli effettivi a disposizione.

    Il passo polibiano che abbiamo appena analizzato, in cui gli Italici si identificano con gli alleati di Roma, ci ha fatto vedere come il concetto di Italia si definisca in rapporto con Roma.

    Questo rapporto emerge regolarmente nelle fonti sull'Italia antica in età romana: la regione, che di fatto era un mosaico di popoli e comunità con culture, lingue, strutture politiche, economiche e sociali assai differenti, ritrova la sua unità con Roma, dopo averla avuta per la prima volta in forma incompleta contro di essa.


    (Un fenomeno similare si verificherà durante la guerra sociale del 91-89 a.C., quando gli alleati (socii) italici si ribellarono alla città egemone e coniarono un interessante serie di monete nella quale è evidente la contrapposizione ideologica tra Roma e l'Italia. Ma allora non sarà la ricerca di separatismi individuali ad unire i popoli della penisola ma la volontà di una diversa forma di unificazione.)
    Ultima modifica di occidentale; 19-05-10 alle 13:49
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    Predefinito Rif: ITALIA AUGUSTEA

    I confini dell'Italia romana

    l'Italia romana, è un concetto abbastanza vago, perché esiste una sorta di tensione tra i due termini che lo compongono, il sostantivo "Italia" e l'aggettivo "romana", e perché si tratta di un concetto la cui valenza mutò sensibilmente del tempo, i cui confini si spostarono continuamente in avanti, almeno nel corso dell'età repubblicana.
    Questo avvenne non sulla base di considerazioni di carattere
    geografico, ma in seguito al cambiamento delle condizioni politiche e dello statuto giuridico degli abitanti della regione.

    Il progressivo ampliarsi del concetto di Italia ed il legame con il fattore politico è chiarissimo nel passo di apertura della descrizione dell'Italia che troviamo nell'opera di Strabone, geografo che scrisse tra l'età augustea e quella tiberiana:

    Strabone, Geografia, V, 1, 1: l'ampliarsi del concetto di Italia

    Alle falde delle Alpi inizia quella che ora si chiama Italia.

    Gli antichi infatti chiamavano col nome di Italìa l'Enotria, che si estendeva dallo Stretto di Sicilia fino al Golfo di Taranto e di Posidonia; poi il nome
    prevalse e si estese fino alle falde delle Alpi.

    Arrivò a comprendere anche la parte della Liguria che va dai confini della Tirrenia fino a fiume Varo e la parte dell'Istria che arriva fino a Pola.
    Si può supporre che i primi a chiamarsi Itali, grazie alla loro prosperità, fecero partecipi di questo nome anche i popoli confinanti e continuarono ad estenderlo fino all'epoca della conquista romana.
    Più tardi poi, dopo che i Romani ebbero concesso il diritto di cittadinanza agli Italici, essi decisero di concedere lo stesso onore anche ai Galli Cisalpini ed ai Veneti e di chiamare tutti Italici e Romani.
    Ultima modifica di occidentale; 19-05-10 alle 14:45
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    Predefinito Rif: ITALIA AUGUSTEA

    Il concetto di Italia, che dapprima era riferito solo all'estremo sud della penisola si è dunque andato ampliando, man mano che la conquista romana progrediva e la cittadinanza veniva estesa ai popoli sottomessi da Roma, finché, con la concessione della piena civitas anche agli abitanti della Gallia Cisalpina (in particolare a quelli della Transpadana, la regione a nord del Po, con un provvedimento preso da Cesare nel 49 a.C.), l'Italia romana è venuta a coincidere, con i limiti geografici della regione italiana, segnati dallo spartiacque delle Alpi.

    È tuttavia importante sottolineare ancora una volta come i confini della regione siano definiti in base allo statuto amministrativo delle comunità che la compongono e alla condizione giuridica dei suoi abitanti, non in base ad un criterio puramente geografico:
    Strabone in effetti non afferma semplicemente che l'Italia giungeva fino alle Alpi, come ci attenderemmo se la definizione avessere una carattere puramente geografico, ma precisa che essa arrivava sino "alle falde delle Alpi"; la zona propriamente montuosa è dunque apparentemente fuori dell'Italia romana.

    Il dato che pare emergere da Strabone è confermato da un'analisi dei confini settentrionali dell'Italia ai tempi di Augusto.

    I limiti non corrispondono esattamente ai confini geografici, in corrispondenza dello spartiacque alpino, e presentano dunque alcune divergenze rispetto agli attuali confini della nostra nazione: le più significative riguardano l'inclusione di un lembo di quella che
    oggi è la Costa Azzurra francese, fino all'antica Nicaea (oggi Nizza) e al fiume Varo.

    Spicca invece l'esclusione del corso superiore dei fiumi piemontesi (tra quali la Stura di Demonte, il Maira e lo stesso Po), che un tempo facevano parte delle province delle Alpi Marittime e delle Alpi Cozie.

    Nel settore centrale colpisce in particolare l'inclusione, nella regione della Transpadana, dell'alta valle del Ticino (oggi Canton Ticino, in Svizzera), mentre la Val Venosta, la valle dell'Isarco e la Val Pusteria erano comprese nelle province di Rezia (le prime due) e del Norico (la terza).

    Nelle Alpi orientali i limiti dell'Italia romana ricalcano sostanzialmente i confini geografici e linguistici odierni, giungendo sino alle spartiacque delle Alpi Giulie e comprendendo buona parte dell'Istria, ma si discostano in modo significativo dall'attuale confine politico dell'Italia, che in questo settore è molto più arretrato.
    Ultima modifica di occidentale; 19-05-10 alle 14:51
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    Predefinito Rif: ITALIA AUGUSTEA

    Il carattere più evidente di questa Italia romana è dato dal fatto che tutti i
    suoi abitanti di libera condizione possiedono la cittadinanza romana. Questa tuttavia è solo una condizione necessaria, ma non sufficiente: vi sono infatti cittadini romani che risiedono al di fuori dell'Italia, nelle province.
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  9. #9
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    Predefinito Rif: ITALIA AUGUSTEA

    Dobbiamo dunque definire con maggiore precisione il concetto di Italia. La
    formulazione più immediata è quella in negativo: l'Italia non è una provincia, e i suoi abitanti, a differenza dei provinciali, non sono sottoposti ad una tassazione diretta sulle loro proprietà e sulle loro persone; la giurisdizione non è affidata ad un governatore inviato da Roma, ma è nelle mani degli stessi magistrati locali eletti nelle singole comunità; infine in Italia non sono stanziate le truppe di guarnigione, composte da legioni di cittadini romani e da reparti ausiliari forniti dagli alleati, che vigilano sulle province (per la verità l'Italia non è comunque completamente indifesa, ma le truppe che vi sono stazionate hanno un carattere sostanzialmente differente da quelle che sono presenti nelle province: si tratta delle coorti pretoriane, propriamente la guardia del corpo dell'imperatore, accasermate a Roma, e delle due squadre della flotta imperiale che hanno base rispettivamente a Classe, nei pressi di Ravenna, e a Miseno, sul golfo di Napoli).
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  10. #10
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    Predefinito Rif: ITALIA AUGUSTEA

    È tuttavia possibile avanzare anche qualche definizione in positivo: in effetti ai cittadini dell'Italia sono riservati alcuni privilegi, come per esempio
    quello di potere esercitare le vecchie magistrature repubblicane di Roma, almeno fino all'età di Claudio (dal momento che in età tardorepubblicana conosciamo qualche senatore di origine provinciale è probabile che questo privilegio sia stato introdotto da Augusto).

    In età augustea ricordiamo inoltre la creazione di seggi distaccati nei municipi dell'Italia, che consentiva ai consiglieri municipali di votare nelle loro città, invece di recarsi a Roma, come di regola.

    Agli italici inoltre era riservato il diritto di essere iscritti negli elenchi da cui venivano tratti i membri delle giurie dei tribunali permanenti, le quaestiones perpetuae, e di entrare a far parte del corpo d'élite dell'esercito romano, le già ricordate coorti pretoriane.
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