Originariamente Scritto da
Florian
Sentite cosa dice oggi Rutelli, uno di quelli che tra breve potrebbero cambiare gli assetti dell'attuale sistema politico:
29-09-09
PD: RUTELLI, NON ESCO (PER ORA) MA CAMBIARE PRIMA CHE SIA TARDI
(ASCA) - Roma, 29 set - La notiza (attesa) di uscita di Rutelli dal Pd non c'e', ma si e' molto vicini, nel senso che si stanno componendo tutti i presupposti per lo 'strappo' che avverra' solo quando il quadro di insoddisfazione politica sara' completato. E tutto fa pensare che i tempi siano ormai molto ravvicinati.
Si puo' definire cosi' il senso della posizione di Francesco Rutelli, cofondatore del Partito Democratico e in precedenza tra i fondatori della Margherita.
Occasione di questa convinzione e' stata la conferenza stampa che Rutelli ha tenuto stamane nella sede della Camera di Commercio, a Roma, per la presentazione del suo libro ''La svolta: lettera a un partito mai nato''.
Proprio il sottotitolo e' la chiave per capire la sofferenza politica di Rutelli: 'Questo Pd non mi piace', dice esplicitamente Rutelli, anche se con altre parole che pero' questo affermano nella loro sostanza. E a non piacere e' una deriva a sinistra che farebbe del Pd ''un nome nuovo su un partito vecchio''.
''Noi non siamo nati per confluire'' sottolinea Rutelli riferendosi alla decisione europea di formare un gruppo unico con il Pse e ''il Pd -aggiunge- non l'abbiamo fatto nascere per fare rinascere un partito di sinistra, l'abbiamo fatto nascere per fare qualcosa di nuovo, per rispondere a ottenere consenso da strati piu' ampi della societa', che vadano oltre la sola sinistra''.
''Se noi ripercorriamo i binari gia' tracciati, andiamo a finire al deposito'' spiega Rutelli ricorrendo ad una metafora ferrotramviaria che poi ha rafforzato con un'altra di tipo marinaro: ''Invece di approdi nuovi, pensiamo veramente di metterci al riparo in porti antichi? Cosi' lasceremmo il campo al centrodestra che ormai e' diventato destra e certo questa non sarebbe la soluzione per il Pd.
Dobbiamo riflettere che questo Paese oltre alla situazione economica non puo' permettersi una deriva politica''.
Rutelli delinea a questo punto uno scenario che potrebbe portare ad una crisi del centrodestra: ''Se alle regionali la Lega dovesse ottenere regioni importanti ci sarebbero degli sconquassi perche' la Lega non sarebbe piu' un azionista accessorio ma determinante. Penso che in pochi mesi avremmo un partito del sud, come reazione e con l'appoggio determinante delle peggiori subculture che affliggono da sempre il meridione''.
Una situazione, ha aggiunto, che porterebbe comunque a rafforzare la maggioranza come diarchia Berlusconi-Bossi con un Fini ''sempre piu' in evidente crisi''. E proprio a Fini, Rutelli riserva un riconoscimento politico convinto: ''ha fatto sdcelte importanti'' e ''se sara' coerente potra' svolgere un'importante funzione nel Paese nel tentativo di aprire percorsi nuovi''.
Percorsi che dovrebbero far seguito ad una crisi dell'attuale maggioranza e alla caduta del governo Berlusconi. E' in questa prospettiva che Rutelli giudica molto probabile che si inserisca la proposta di un ''governo del presidente'' formulata a conclusione del suo libro: ''un governo di ricostruzione e di rilancio dell'economia. Un governo del presidente, con larga base parlamentare, l'interruzione dei conflitti sempre piu' distruttivi, un programma ambizioso per tre anni, per poi riportare gli orologi, nel 2013, all'appuntamento con una competizione tra due schieramenti alternativi. Basati su alleanze di nuovo conio''.
Perche' tutto questo accada, e' necessario pero', secondo Rutelli, che il Pd eviti di diventare un partito di sinistra e che ''cambi strada'', che ''riconosca l'errore, sapendo che se l'errore e' strategico, si perde oggi e si perdera' domani''.
''Non pretendo -sottolinea- di avere la verita' in tasca: mi aspetto opinioni, critiche, ma anche risposte''.
Ed e' da queste risposte che dipendera' il futuro di Rutelli nel Pd. In questo senso Rutelli non valuta positivamente il successo avuto da Bersani nei congressi di circolo, perche' con lui viene veicolata l'idea di un partito di sinistra che rinuncia ad essere quel 'partito nuovo' che si pensava di fare. E se a vincere alle primarie dovesse essere Franceschini? Intanto Rutelli fa sapere che ''domenica sono andato a votare e ho votato per Franceschini'', ma poi fa osservare che ''il problema non e' nominalistico, ma di strategia politica perche' e' questa che conta e che per ora manca''. Rutelli ricorre anche ad un esempio: ''Se uscite da qui e chiedete a 1.000 persone a caso quali sono i temi del congresso del Pd, vi diranno che e' una scelta del nome del nuovo segretario. Mentre noi abbiamo bisogno di un partito in grado di stupire, di sorprendere i cittadini con le sue proposte innovative''. Dunque, quale sara' la scelta di Rutelli? A quest'ultima domanda l'ex sindaco ha risposto: ''Aspetto risposte'' aggiungendo l'ultima parola scritta sul suo libro: ''vedremo''.
PD RUTELLI NON ESCO (PER ORA) MA CAMBIARE PRIMA CHE SIA TARDI - Agenzia di stampa Asca