Rispondendo all'invito di Perdu e Antoneddu, apro in questo forum uno spazio dedicato alla normalizzazione linguistica. Il mio contributo riguarda la strada seguita per la lingua friulana.
Mi scuso fin da ora con tutti voi, ma non conoscendo il sardo e (suppongo) non conoscendo voi il friulano, scriverò in italiano.
Per questioni di praticità, articolerò il mio intervento iniziale, in sezioni autonome.
Premesse generali
Prima di spiegare qual’è la strada percorsa in Friuli relativamente alla “normalizzazione” della lingua, vorrei fare alcune premesse che credo utili per capire meglio la situazione. Mi scuso fin d’ora se dirò delle ovvietà. Credo che chi lavora quotidianamente con e per la lingua sarda sappia già parecchie delle cose che dirò, ma preferisco dire cose risapute piuttosto che non farmi capire nel caso ci sia qualcuno che è un po’ a digiuno in materia. Per facilitare la comprensione dei processi sviluppatisi in Friuli farò anche delle annotazioni storiche; spero che non appesantiscano troppo il discorso.
1) Il processo di normalizzazione linguistica varia da comunità a comunità, non esiste una ricetta magica che vale per tutti, ma a volte le altrui esperienze possono aiutare ad imboccare la strada giusta o ad evitare errori commessi altrove. Il caso friulano non fa eccezione.
2) Il processo di normalizzazione della lingua friulana è ancora in corso e ci vorranno ancora parecchi anni per giungere – si spera – a fare del friulano una lingua “normale” in grado di essere utilizzata pienamente in tutti i settori della società, senza limitazioni causate da carenze proprie o imposte dall’esterno. Quanto segue è, dunque, solamente la prima parte di un lungo percorso.
Fatte queste due premesse generali, è necessario aggiungerne un’altra che è fondamentale per evitare pericolose confusioni. Bisogna assolutamente tenere separata la questione della grafia da quella della lingua comune. Può sembrare una banalità per gli operatori del settore, ma molti tra coloro che si oppongono alla valorizzazione ed allo sviluppo delle lingue minorizzate approfittano della scarsa conoscenza che la gente comune ha di questi argomenti per danneggiare il processo di normalizzazione linguistica e coloro che ne sono gli artefici.
La grafia è semplicemente un sistema di simboli convenzionali che servono per rappresentare i suoni. Le differenze tra le grafie sono il risultato di tradizioni diverse (per esempio si scrive “ceco” in italiano, “checo” in spagnolo, “tchèque” in francese nonostante la pronuncia della prima sillaba sia la stessa) o della necessità di rendere suoni particolari, non presenti in altre lingue.
La lingua comune (o variante standard o coinè) è, solitamente, il modello di lingua letteraria di riferimento per una comunità linguistica. Le lingue che hanno uno status ufficiale pienamente riconosciuto hanno una coinè.
Esiste poi un terzo elemento da tenere presente ed è quello che per comodità chiamerò dei “criteri di normalizzazione”, cioè dei criteri che portano alla formazione di neologismi.