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Discussione: "Cardinalato"

  1. #11
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    Predefinito Ratzinger: unica, tenue speranza ?

    Conclave, veto tedesco e Usa
    contro la candidatura Ratzinger
    La critica al decano: non sa gestire gli apparati
    E il cardinale ex arcivescovo di Milano "indica" Tettamanzi
    di MARCO POLITI

    CITTA' DEL VATICANO - Americani e tedeschi pongono il veto su Ratzinger. E' il primo segno del cristallizzarsi di un'opposizione organizzata per bloccare la campagna a favore del prefetto dell'ex Sant'Uffizio. Niente da dire sulle sue qualità, ma è diffuso un giudizio negativo sulle sue capacità di gestione. Ratzinger non ha mai amato occuparsi di apparati. Di qui la conclusione che lascerebbe tutto il potere nella mani della Curia. E questo non lo vogliono i cardinali statunitensi (che per il medesimo motivo sono freddi nei confronti di una candidatura latino-americana) e meno che mai i cardinali tedeschi, che non hanno dimenticato l'opposizione di Ratzinger al ruolo dei laici nella guida delle comunità parrocchiali senza sacerdote e il suo ripetuto rifiuto a risolvere il problema dei divorziati risposati, cui è negata la comunione. Otto porporati Usa su undici la pensano così e cinque cardinali tedeschi su sei.

    La candidatura di Ratzinger viene anche contrastata come candidatura di transizione, perché l'idea stessa - commenta un porporato - "denota mancanza di coraggio e porterebbe ad una stagnazione come nell'ultimo quinquennio del pontefice defunto, ma senza le intuizioni e i gesti coraggiosi di Giovanni Paolo II".

    Nel frattempo il cardinal Martini, alle congregazioni cardinalizie, mostra grandi espressioni di stima per il suo successore a Milano, Dionigi Tettamanzi. Un'indicazione evidente per concentrare su di lui voti riformisti. Cresce anche la candidatura del cardinale di Vienna, Schoenborn, considerato da molti l'uomo giusto per riannodare i rapporti con gli ortodossi di Mosca e salutato con favore dal Jerusalem Post per i suoi rapporti con l'ebraismo.



    Alla nona assemblea cardinalizia le carte si stanno rimescolando. Ieri nuovo rabbuffo di Ratzinger sul segreto da mantenere con la stampa. Poi interventi di prima linea. Il cardinale Sepe ha parlato di evangelizzazione e missionarietà. Il cardinale Danneels di bioetica e dei rischi di disumanizzazione, ma anche di fede e morale nella società contemporanea. Di collegialità hanno discusso Re e Pompedda.

    Grande attesa c'era per l'intervento di due papabili, Tettamanzi e Scola. Ma, almeno tra i cardinali non italiani, si è prodotta abbastanza delusione perché i due porporati hanno volato in spazi iperuranei. Tettamanzi ha toccato l'annuncio del Cristo e Scola la relazione tra fede e cultura. Uscendo dalla congregazione il cardinale portoghese Saraiva Martins si è detto convinto che il conclave sarà breve. "Lo Spirito Santo lavora in fretta", ha scherzato. Ma cominciano a sorgere dubbi su un conclave-lampo. Da domenica sono in corso cene cardinalizie a ripetizione per trovare convergenze.

    Una forte difesa della Curia e del suo ruolo è emersa nell'omelia, pronunciata dal Sostituto monsignor Leonardo Sandri durante la messa in San Pietro nel pomeriggio. Alla Curia, ha scandito, spetta in primo luogo il compito di "custodire e fruttificare" l'eredità di un papato straordinario. Come stelle polari Sandri ha indicato il Concilio e la lettera apostolica di Wojtyla "Novo millennio ineunte", scritta dopo il giubileo del 2000.

    Altre indicazioni di linea vengono dal discorso indirizzato dal cardinale Ratzinger al corpo diplomatico venuto per le condoglianze. Il porporato ha messo in risalto l'impegno continuo di Giovanni Paolo II per il dialogo e la ricerca di soluzioni pacifiche. L'opera di papa Wojtyla, ha sottolineato il porporato, impegna tutti "al servizio della pace e della solidarietà tra le persone e tra i popoli, al servizio degli uomini di tutti i contenenti".

    E intanto esplodono, a margine dei negoziati sul successore, i fenomeni di colore. Per "Ratzinger Papa" sono mobilitati ben tre siti web. L'ultimo (ratzingerpapa. splinder. com) propone preghiere congiunte ad un'ora stabilita per convincere Dio ad "ascoltare la nostra richiesta". Più caserecci alcuni fedeli belgi, tifosi di Danneels. Hanno srotolato in piazza San Pietro uno striscione "Godfried for Pope".

    (14 aprile 2005)

  2. #12
    Non sono d'esempio in nulla
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  3. #13
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    Originally posted by Dontonino
    il buon Guelfo mi tira dentro, anche se è difficile dare un giudizio, perchè assistiamo a certi giri di valzer che lascianno senza parole...
    Sicuramente Bertone, per quelo che lo conosco io, appare abbastanza equilibrato e non certo appassionato di certi cambiamenti e nemmeno attratto dalle sirene islamiche come il suo predecessore che crescerebbe 20 centimetri pur di salire sul soglio di Pietro... è stato saldo nell'opporsi alla costruzione della grande moschea di Genova, sembra cercare ispirazione dall modo di agire del Cardinalel Siri nel cercare di fare da mediatore tra operai e imprenditori, appare molto presente nell'ambito cittadino.
    Una cosa non mi piace di lui: il voler sempre apparire in televisione e una certa compiacenza dell'uso della parola IO...
    Non so se avrebbe il coraggio di dare un colpo di spugna e riportare le cose al loro giusto, però sarebbe di certo male minore di molti altri, nano in primis che sarebbe una vera disgrazia...

    Devo segnalare un articolo di Repubblica, giornale che apprezzo pochissimo ma che in questo caso fa un'analisi spietata ma condivisibile, di ieri 12 Aprile ad opera di Giulio Anselmi, che descrive le insicurezze e le incapacità della curia romana, cito solo la frase lapidaria che potrebbe segnare il papato di Karol Wojtyla: La realtà della stagione wojtyliana,- piazze piene e chiese vuote... e forse quando sarà finita la sbornia mediatica avremo vuote entrambe...
    Non dimentichiamoci poi che la Trimurti Ratz-Sodano-Bertone ha avallato la manomissione interpretativa del Terzo Segreto di Fatima, leggendolo in chiave wojtylocentrica.
    ALtro che "cardinali" conservatori"...da un certo punto di vista mille mille mille volte meglio Kasper o un suo omologo.

    Guelfo Nero

  4. #14
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    Scusami, caro Guelfo, ma da quale punto di vista potrebbe mai esser meglio Kasper?!

    Lupicida

  5. #15
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    Predefinito Povero sant'Ignazio ...

    Papa/ Lo studioso gesuita ad Affari: Il prossimo Papa? Che sia discreto
    Venerdí 15.04.2005 10:10

    Di Antonino D'Anna

    Avanti con il Concilio Vaticano II e un Papa discreto: è questo il parere di Padre Paolo Gamberini, professore di Cristologia e Teologia Ecumenica presso la Pontificia Facoltà Teologica del Sud Italia "San Luigi", e delegato della Diocesi di Napoli per l'Ecumenismo e il Dialogo interreligioso. Gesuita, Padre Gamberini è autore di numerosi testi (Che c'entra Dio col male?, e Quale dogmatica per il futuro dell'Europa per citarne alcuni) nei quali studia la figura di Gesù Cristo e i rapporti con le altre religioni. Ad Affari racconta il suo punto di vista sul pontificato di Giovanni Paolo II.


    - Padre, come sono stati i rapporti tra la Compagnia di Gesù e Giovanni Paolo II?

    - Credo che la relazione tra questo Pontefice e la Compagnia sia cambiata rispetto a Paolo VI, che conosceva molto bene la Compagnia di Gesù, apprezzava e stimava. Faccio un piccolo esempio: "La Civiltà Cattolica", che è il cosiddetto 'giornale ufficioso' della Santa Sede, i cui articoli passano per la Segreteria di Stato prima che ne sia permessa la pubblicazione, con Paolo VI venivano letti personalmente da lui, mentre con Giovanni Paolo II (credo per vari motivi, forse) venivano letti da altri e quindi questo fa già capire una diversa attitudine. Seconda cosa: la conoscenza che Giovanni Paolo II ha avuto in questi anni della Compagnia certamente è stata in parte favorevole e in parte non sempre favorevole; lui è stato influenzato anche dall'esperienza avuta da Arcivescovo a Cracovia, un rapporto che si può definire benevolo ma al tempo stesso un po' critico. E questo se l'è portato dietro nel periodo del suo pontificato.

    - Per esempio?

    - Piccoli esempi: c'è stato un rapporto di amicizia e stima personale con alcuni gesuiti. Pensi a Carlo Maria Martini, di cui Giovanni Paolo II ha apprezzato l'opera, che ha elevato ad Arcivescovo di Milano e poi alla porpora cardinalizia. Lo stesso per Tomáš Špidlík, ex docente del Pontificio Istituto Orientale, anche lui creato cardinale. Però, per quanto riguarda il rapporto in generale con la Compagnia, nel periodo più difficoltoso che è stato nel 1980, durante la malattia di Pedro Arrupe (allora Superiore Generale della Compagnia, N.d.R.), Vinnie O'Keefe non era gradito al Papa e non subentrò ad Arrupe, nella normale successione temporanea in attesa della Congregazione Generale dei Gesuiti per nominare un nuovo Superiore Generale, così in quel periodo c'è stata un po' di tensione con la Santa Sede, anche perché Giovanni Paolo II nominò direttamente Paolo Dezza come suo delegato.

    - Però il Papa è stato vicino a molte figure della Compagnia…

    - Certo, specialmente a Gesuiti del mondo orientale, dell'Europa dell'Est e dell'Albania. Proprio per questo la Compagnia di Gesù, e in particolar modo la provincia italiana hanno avuto l'incarico della conduzione dell'Albania, e noi abbiamo fondato la missione albanese. Tuttavia, ci sono figure come Padre Jacques Dupuis, esperto nel dialogo interreligioso, contro il quale è stato aperto un procedimento da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede, e sempre nello stesso campo ma in ambito cristologico è stato aperto un procedimento contro Roger Haight, che insegnava a Boston ed è stato accusato per il suo testo di cristologia 'Jesus: Symbol of God' nel quale trattava questioni di dialogo interreligioso. Non dimentico Anthony De Mello, il Gesuita del dialogo con la spiritualità orientale che ha pubblicato tantissimi libri tradotti in italiano e che sono stati ritenuti 'pericolosi per la salute dell'anima', come venne scritto sui suoi libri per avvisare il pubblico cattolico che non erano in linea con la Tradizione. E per finire c'è un gesuita indiano, Michael Amaladoss, che è sempre stato visto con sospetto per le sue prese di posizione. Quello che lascia più perplessi, però, è la questione dei Gesuiti del Centroamerica…

    - Cioè?

    - Sono i sei Gesuiti di El Salvador uccisi dalle squadracce del governo di destra sostenuto dagli americani: erano esponenti rilevanti della Teologia della Liberazione, e furono uccisi dopo Romero. Non credo che in questi anni vi sia stata, come invece è accaduto per Romero, una presa di coscienza di tutto questo periodo storico degli Anni '80 che è stato attraversato da una testimonianza importante della Compagnia di Gesù, ma contro i regimi di destra, i cosiddetti regimi 'capitalisti'. A mio avviso c'è stato un primo periodo del pontificato wojtyliano dominato dalla lotta al comunismo e attento a quello che accadeva nella Germania Est, e quindi meno interessato ai paesi latinoamericani dove la lotta era invece contro il sistema capitalistico e contro lo sfruttamento. Poi credo vi sia stata un'evoluzione dopo la caduta del Muro di Berlino, quando il target è diventato sempre più la realtà capitalista, l'America e così via. Ma al di là di questo, il rapporto di Papa Wojtyla con la Compagnia è riassumibile così: è stato molto profondo con alcune figure di Gesuiti, ma con il corpo della Compagnia c'è stata una 'benevolenza critica'.


    - Cosa si aspettano i Gesuiti dal nuovo Successore di Pietro?

    - Si aspettano una di quelle parole fondamentali: innanzitutto, come ha detto Giovanni Paolo II, continuare il cammino del Vaticano II, questa è la cosa più importante. Ci sono anche altri due aspetti: la collegialità, argomento più volte richiamato da alcuni cardinali 'progressisti' tra cui Martini, ossia la sinodalità della Chiesa: il Vaticano II è stato un'innovazione rispetto al Vaticano I (1869-1870) proprio per questo. In secondo luogo c'è l'ecumenismo, non inteso come 'gesti simbolici': a mio avviso c'è stato un certo ritiro dal fronte ecumenico 'concreto', cioè fatto di passi molto realistici. Questo è stato lamentato da vari esponenti dell'ecumenismo, specialmente dal mondo protestante: penso che la Compagnia di Gesù chiederà al prossimo Papa di fare meno gesti pontifici e di far fare più gesti alle conferenze episcopali nelle zone in cui l'ecumenismo è una realtà di tutti i giorni, e così per il dialogo interreligioso. In sostanza, la Compagnia di Gesù desidera un Papa che dia spazio alle realtà locali.

    - Ritiene possibile l'elezione di un gesuita, e quale valore aggiunto porterà alla Chiesa un Papa proveniente dalla vostra Compagnia?

    - Credo che il posto di un Gesuita non è quello e non deve assumere queste cariche, così è stata anche l'intenzione di S. Ignazio, semmai di facilitare la realizzazione di quello che è fondamentale per la Chiesa, diventare un posto per tutti. I Gesuiti non sono in Conclave, a differenza forse di altri movimenti che vorrebbero il loro Papa, a presentare un proprio candidato né un nome da far correre sul Toto-Conclave anche perché Martini ha la sua età e Bergoglio è stata una figura importante per il Sudamerica ma credo vi siano altre figure da quel Continente più rilevanti. Semmai, i Gesuiti sono del parere di far avanzare i continenti in forte crescita come il Sudamerica e l'Africa. Certo, qui bisognerà 'pescare' candidati che pur nella loro formazione 'romana' abbiano avuto sempre un cuore aperto alla sinodalità della Chiesa, a non riportare Roma nelle loro diocesi ma portare le Diocesi a Roma.


    - Quindi far diventare Roma la Diocesi del Mondo?

    - Faccio mie le parole di Paolo Ricca, valdese che stimo molto: "Il Papato di Giovanni Paolo II è stato molto cattolico", cioè universale (viaggi, ecumenismo, apertura all'Islam), ma "dall'altra parte è stato molto romano". San Pietro è diventato la parrocchia del mondo, lo si è visto con questi funerali. Penso sia importante che il Papato torni ad essere quello che è: la capacità di far essere i vescovi locali, che è la concezione della Chiesa ripresa dal Vaticano II, visione da mettere al centro del mondo globalizzato visto che le questioni sul tappeto sono importanti. Ci sono temi ecumenici, ma anche di bioetica, la famiglia, come parlare al mondo, lo 'scollamento' tra adesioni di massa e adesioni personali di fede. Le piazze di questi giorni sono piene di persone davvero convinte a seguire Cristo? Credo ci sia bisogno di discernimento: Tor Vergata è stata un segno della presenza dei giovani, ma questi giovani hanno poi riempito le parrocchie dopo le Giornate della Gioventù? Da parte di molti parroci ho saputo di no. Discernimento: non è tutto oro quello che luccica.

  6. #16
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    Originally posted by Lupicida
    Scusami, caro Guelfo, ma da quale punto di vista potrebbe mai esser meglio Kasper?!

    Lupicida
    caro Lupicida,

    Kasper l'eretico, il protestante, il neocattolico sarebbe talmente sbracato e miserando da far aprire gli occhi ai molti che li hanno foderati con il prosciutto del "moderatismo" wojtyliano.
    Ratzinger invece, novello pifferaio di Hamelin, susciterebbe molti consensi e simpatie in ambiente tradizionalista, senza per questo smuoversi di uno iota dalle posizioni scismatiche del "Vaticano II".
    Tradizionale di facciata e di fama, novatore sottile ed acuto: l'ho visto mentre svettava nei "funerali" di Wojtyla
    Ergo un candidato davvero pericoloso quant'altri mai.
    Meglio il marrano Lustiger, il giullaresco Lehmann, il grottesco Tettamanzi o qualcuno della stessa compagnia di giro.

    Il nome l'han già deciso altrove, stanne pur certo, caro Lupicida e in ambienti tutti mondani: ma gli uomini, come al solito, non hanno fatto i conti con il Capo invisibile della Chiesa cattolica, Nostro Signor Gesù Cristo.

    Guelfo Nero

  7. #17
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    Nella foto Kasper e W. durante il trafugamento dell'icona di Kazan

  8. #18
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    il gran Turchese...

  9. #19
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    Predefinito nota di Don Ricossa sul "cardinale" Law

    Non vorrei intervenire un po' troppo spesso nella ML... vi prego di
    scusarmi.
    Mi sembra utile precisare la questione riguardante il Card. Law.
    In effetti egli ha dato le dimissioni dalla diocesi di Boston in seguito
    allo scandalo concernente casi di pedofilia tra i suoi sacerdoti.
    Bisogna quindi innanzitutto ricordare che egli non si è minimamente
    macchiato di questo crimine. il suo errore è stato quello di non mettere
    questi sacerdoti in condizione di non nuocere, ma li ha solo - pare -
    trasferiti, per cui hanno continuato a fare del male ovunque andassero. In
    questo non lo approvo affatto.
    Bisogna però aggiungere alcune cose.
    1) la laicizzazione degli Stati ha, da tempo, soppresso ovunque il foro
    ecclesiastico (negli USA, poi, non è mai esistito). La Chiesa cattolica,
    quindi, non ha più tribunali per processare, condannare, punire, i sacerdoti
    delinquenti, come faceva una volta. Essa dovrebbe quindi denunciare questi
    soggetti ai tribunali civili: ma la Chiesa non è il poliziotto dei suoi
    sacerdoti e il Vescovo non è il denunciatore dei suoi preti, al potere
    laico, poi, anche se a volte potrebbe diventare inevitabile. La soluzione
    sarebbe la sospensione a divinis, evidentemente, ma teniamo conto che a
    volte, in questi casi, entrano in gioco fattori di foro interno ecc. La
    soluzione radicale è la prevenzione nei seminari, dove si deve fare una
    severa selezione, con l'esclusione di tutti i soggetti che possono
    presentare segni di incapacità ai doveri sacerdotali
    2) anche se molti dei casi denunciati sono veri, negli USA è stata costruita
    ad arte una campagna diffamatoria contro la Chiesa in genere, sfruttando
    come pretesto questi casi indegni (che avvengono, purtroppo, anche tra i
    ministri delle più svariate religioni, tra chi si occupa in genere di
    giovani, di sport, di educazione, nelle famiglie ecc.; ma qui non si fanno
    campagne di stampa...). I casi sono stati curati in genere da avvocati
    ebrei, che hanno ottenuto risarcimenti milionari. E diciamo pure che ci sono
    stati anche dei casi inventati di sana pianta, per motivi di soldi,
    diffamazione ecc. Il caso è servito anche da ricatto contro la Chiesa da
    parte della politica USA
    3) in particolare, le associazioni che hanno protestato contro Law sono
    associazioni anticattoliche o cattoliche progressiste, per cui non sono
    certo da sostenere.

    Detto questo, chi scandalizza un bambino, tanto più se ministro di Dio,
    meriterebbe di essere gettato in mare con una macina al collo, tanto grave è
    il male compiuto. Ma la nostra opposizione alle riforme neo-moderniste non
    si fonda certo su questi cattivi esempi.

  10. #20
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    il "cardinale" Law, già arcivescovo materialiter di Boston


 

 
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