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Discussione: Mose ...

  1. #11
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    non sento proposte alternetive valide...

  2. #12
    ambrosini
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    Citazione Originariamente Scritto da ragazzosemplice
    Il Mose significa la morte della laguna.
    Terrorismo psicologico.

  3. #13
    Cavaliere d'oro
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    pure il mose volete fare fuori. Siete dei delinquenti politici.
    Quando le armi saranno fuorilegge, solo i fuorilegge avranno le armi

  4. #14
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    SINTESI DEI DANNI IRREVERSIBILI
    CAUSATI DALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO DELLE OPERE ALLE BOCCHE DI PORTO (Documenti tecnici, scientifici ed amministrativi)


    IRREVERSIBILITA’ DELLE TRASFORMAZIONI SULL’ECOSISTEMA E ASSENZA DELL’OBBLIGATORIA VALUTAZIONE DI INCIDENZA DEGLI EFFETTI SULL’ HABITAT, FLORA E FAUNA AI SENSI DEL DPR 357/97

    Consistenza ed importanza del patrimonio naturalistico. Le consistenze naturalistiche, la loro estensione geografica e le loro peculiarità, presentano rilevanza anche dimensionale di primaria importanza per l’intero ambito continentale e per l’intero bacino del Mediterraneo; e ciò sia per dimensioni geografiche di specifici habitat (barenosi, sommersi, bentonici o epipelagici) e correlate tipiche biocenosi (che presentano anche caratteri endemici), sia per incidenza delle popolazioni faunistiche locali sulle rispettive dimensioni demografiche non solo nazionali ma addirittura continentali e mondiali. Alcuni dati per poter capire l’importanza naturalistica ed ambientale della laguna (area che presenta molti dei requisiti per essere interamente inserita nelle aree umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar) e le evidenti implicazioni che potrebbero derivare per effetti indiretti o potenziali di erosione e degrado dell’ecosistema lagunare:

    1) presenta una delle più ampie estensioni di barene (salt marshes) di tutto il Mediterraneo, circa 4000 ettari; tali praterie salate sono biocenosi con Salicornia veneta, endemica della Laguna di Venezia, nonché inserita nella Lista Rossa, con altre specie quali Spartina maritima, Pucciniella palustris, Limonium narbonensis, Sarcocornia fruticosa, Aster tripolium, Salsola soda, ecc. Nei terreni meno salati, in prossimità di acque salmastre o dolci, le tipiche alofite sfumano verso le associazioni igrofile dominate dalla presenza dei giunchi, come lo Juncetum e il Bolboschoenetum, che ritroviamo per lo più nelle aree di gronda e negli ambiti vallivi (criterio 2d) della Convenzione di Ramsar);
    2) una delle più ampie estensioni lagunari di bassi fondali e/o velme, piane fangose affioranti durante le basse maree, grazie alle ampie escursioni presenti in Laguna di Venezia (criterio 2c) della Convenzione di Ramsar);
    3) ampie praterie di fanerogame sommerse (Zostera noltii, Zostera marina e Cymodocea nodosa); tali popolamenti vegetali sono di grande importanza per le positive influenze che esercitano sull’ambiente, sul consolidamento dei fondali, e per le dirette ripercussioni sui popolamenti biologici (biocenosi ad esse legate). Sono soprattutto concentrate nella laguna medio inferiore e sono importantissime aree di nursery per le specie più pregiate di pesce che, nelle migrazioni tra Croazia e lagune dell’Alto Adriatico, trovano qui un luogo fondamentale per accrescersi e per poter svolgere una parte fondamentale del proprio ciclo biologico nonché aree di riproduzione per alcune specie importanti commerciabili. (criterio 2c) e 4b) della Convenzione di Ramsar);


    4) Elevata presenza di biomassa e di stratificazione ecologica delle comunità bentoniche primarie, con un’ittiofauna, la cui comunità, in un censimento annuale operato nel 1994-95 è risultata rappresentata da 39 specie, di cui almeno 20 bentoniche ed epipelagiche (criterio 4b) della Convenzione di Ramsar).

    Tra i parametri quantitativi, direttamente conseguenti alle caratteristiche dell’ambiente lagunare, ed utili a stabilire l’eccezionalità di tutto l’ecosistema umido della laguna di Venezia è da rilevare che:

    1) in questi ultimo decennio è stato costantemente superato il criterio 3a) della Convenzione di Ramsar, è cioè il superamento di 20.000 uccelli acquatici durante l’inverno (la media di quest’ultimo quinquennio si aggira attorno e supera anche i 100.000 uccelli per anno (cfr. Associazione Faunisti Veneti (a cura di) (2003)– I censimenti degli uccelli acquatici svernanti in Provincia di Venezia – Provincia di Venezia/Ass.Faunisti Veneti – Provincia di Venezia);

    2) ben 6 specie superano secondo le stime della Provincia di Venezia il criterio 3c) dell’ 1% di popolazione mondiale, stabilito dalla Convenzione di Ramsar, e tra queste: airone bianco maggiore (concentrato in aree vallive), garzetta (diffusa sia nelle aree vallive sia nella laguna viva e nei canali), svasso maggiore e svasso piccolo (questi ultimi 2 sono svernanti spiccatamente in aree di laguna aperta), piovanello pancianera (svernante anch’esso in misura prevalente nelle velme della laguna viva) e folaga (prevalentemente in aree vallive). Lo stesso parametro viene superato da altre 3 specie presenti in laguna durante il periodo riproduttivo, pettegola (concentrata in aree di barena in laguna viva) o durante le migrazioni, fraticello e mignattino (caratteristici di zone di laguna viva);
    3) il piovanello pancianera, che è qua svernante regolare, è presente con 23.650 individui, criterio che supera l’ 1% della popolazione mondiale; la laguna di Venezia col 40 % di popolazione è il più importante sito di livello nazionale, con posatoi concentrati nelle ore di alta marea sul Bacan di S.Erasmo (laguna viva) e in Valle Zappa;
    4) la pettegola è presente con ben 1000 coppie (2000 individui) su circa 1200/1500 coppie presenti in tutto il Mediterraneo ed è qui rappresentata nel suo sito più importante; tale specie nidifica sulle praterie salmastre delle barene, prevalentemente nella laguna viva centromeridionale;
    5) il fraticello come migratore si concentra in laguna aperta con circa 17.000 individui, provenienti da tutta Italia, nel periodo premigratorio autunnale (agosto-settembre), ed usa quale dormitorio la seca del Bacan di S.Erasmo (laguna viva), nei pressi della Bocca di Lido; supera anch’esso il criterio dell’1% di popolazione mondiale;
    6) molte specie di anatidi, ad anni alterni, superano il criterio dell’1% e tra questi troviamo il germano reale, il mestolone, il fischione, l’alzavola, presenti in aree vallive chiuse;

    7) A questo si aggiunga la presenza di contingenti di assoluto rilievo di altri uccelli come ad es. nel piccolo spazio della Cassa di colmata D-E, già progettata per espandere la 3^ zona industriale di Marghera, oggi rinaturalizzata, che secondo i dati dei censimenti faunistici, risulta sito di importanza nazionale per la nidificazione dell’avifauna con specie quali volpoca, falco di palude e gabbiano reale rappresentati con una percentuale di oltre il 10 % del contingente nazionale e con altre specie alcune inserite nella Lista Rossa presenti con contingenti significativi, ad es. cavaliere d’Italia, airone rosso, tarabuso, pettegola, beccaccia di mare.

    L’importanza naturalistica della Laguna é massima, oltre che per i valori espressi, per la funzionalità che é assicurata dalle componenti e dai sistemi biologici, capaci di garantire effetti di filtro e depurazione delle acque, di costruzione e consolidamento della morfologia emersa e sommersa, e capacità di resistenza e di resilienza (Bonometto, 2003, pgg. 57-67), risultando decisivi per la salute e per il futuro del sistema. Tutte le azioni e gli interventi che alterano questi fattori funzionali allontanano dagli obiettivi del riequilibrio, con effetti tanto più gravi quanto più le alterazioni risultano irreversibili, come si sta verificando ad esempio in vaste superfici della laguna centrale (Bonometto, 2003, pgg. 100-109; 197-198). Un ulteriore fattore che rende unica al mondo la naturalità della laguna é la sua integrazione con la presenza umana in un rapporto del tutto peculiare, al punto che la laguna stessa, pur nei suoi straordinari valori naturalistici, é un ambiente storicizzato includente una cultura gestionale per la quale l’acqua é sempre stata il connettivo, e che ha garantito nel corso di un millennio la funzionalità idraulica ed ecosistemica realizzando anche grandi opere ma sempre con massima prudenza e costante controllo dei processi innestati (Bonometto, 2003, pgg. 26-28; 34-39). I grandi interventi novecenteschi (bonifiche, colmate, scavi di canali profondi e rettilinei, ..), sono stati tra le cause prime del dissesto, ponendosi al di fuori e contro la cultura di gestione del sistema; allo stesso modo grandi opere tecnologiche finalizzate a contrastare i dinamismi acquei anziché assicurare la convivenza con questi e con la funzionalità ecosistemica da loro assicurata, sono estranei alla cultura di gestione ed al principio di riattivazione delle funzionalità lagunare prescritto dalle stesse Leggi Speciali.

    Entità e rilevanza dei danni al sistema ecologico ed ai valori naturalistici Sotto il profilo degli impatti e dei rischi, il problema va considerato in riferimento alle fasi di cantiere, alle trasformazioni permanenti ed indotte, ed agli scenari futuri. Già le fasi di cantiere (4) creerebbero impatti diretti su habitat pregiatissimi ed estremamente a rischio (i biotopi litoranei Siti pSIC), che la Direttiva Europea Habitat richiede vengano riportati ad uno ‘stato di conservazione soddisfacente’ mentre le opere di cantiere aggredirebbero ulteriormente, compromettendo fasce marginali di massimo interesse per la biodiversità presente. Inoltre la torbidità indotta dai lavori creerebbe effetti rapidissimi e molto gravi sulla biologia delle acque e dei fondali, compromettendo in particolare i popolamenti di fanerogame marine e quindi i loro ruoli fondamentali per il sistema (Bonometto, 2003, pgg. 62-63; 70-71). 4) Si rammentano alcuni aspetti quantitativi delle principali opere e cantieri: - escavo complessivo di circa 7,5 milioni di mc di fondali, con in particolare 2,2 mln mc per le paratoie alla bocca di Lido, oltre 1 mln di mc per le sole paratoie alla bocca di Malamocco e 1,4 mln di mc per le paratoie alla bocca di Chioggia. - 5.960 palancole metalliche infisse al suolo e sui fondali, di lunghezza da 10 a 28 m - 12.055 pali prefabbricati di calcestruzzo, lunghi da 10 a 19 m - 8.575.000 di t di materiale lapideo proveniente da cave (nazionali ed estere) - 240.000 mc di calcestruzzo messi in opera nei cantieri - 392.000 mc di calcestruzzo per la costruzione dei cassoni e messa in opera dei manufatti - (Dati del progetto di massima 1997, aumentati nel Progetto Definitivo 2002). 20 I popolamenti di fanerogame presentano oggi stati di conservazione variabili, con estese superfici oggi denudate (soprattutto nella laguna centrale), rilevanti zone in ripresa e vaste zone in collasso (soprattutto nella laguna nord). Anni di torbidità porterebbero inevitabimente ad annullare i processi positivi, a compromettere i siti oggi migliori, ed a togliere ogni prospettiva di recupero nei siti critici, rischiando di rendere definitive la perdite o comunque incerto e lentissimo il recupero, con perdite delle funzioni che tale vegetazione sommersa assicura e che sono vitali per l’ecosistema. In merito agli impatti diretti del cantiere, sulle aree pSIC, va osservato come la perimetrazione di dette aree sia stata in più punti visibilmente subordinata alle previsioni del progetto: ‘sorprende e sconcerta il fatto che la perimetrazione del pSIC ‘Laguna superiore’ escluda con un taglio rettilineo, vistosamente estraneo alla geografia ed alla naturalità dell’area, un’estesa porzione notoriamente pregiatissima delle secche antistanti S.Erasmo, di carattere primario giovanile ed uno dei pochi siti della laguna nord riccamente popolato in fanerogame marine. Più in piccolo sono esclusi dalle aree pSIC dei biotopi litoranei i frammenti di duna, di S.Maria del Mare, nel litorale di Pellestrina. Queste porzioni coincidono con previste localizzazioni di strutture a sostegno delle grandi opere alle bocche di porto (Bonometto, 2003, pg. 75). (5) 5) Per le aree lagunari che sono SIC e ZPS, ai sensi della DGRV n° 448 e n°449 del 21.02.03, il DPR n° 357/97, già modificato con DPR n° 120 del 12.03.03, decreta la validità di preventive di misure di salvaguardia già vigenti: infatti il Servizio Conservazione Natura del Ministero dell’Ambiente in data 25 gennaio 2000 aveva già emanato una circolare alle Regioni, per ribadire la corretta applicazione di misure di conservazione sui siti della Rete Natura 2000, per evitare il degrado degli habitat naturali, nonché la perturbazioni delle specie per cui tali zone sono state individuate e proposte all’Unione Europea. In tale documento si affermava “ la necessità di attivare misure di tutela degli habitat e delle specie contenute nei proposti Siti di Importanza Comunitaria, a partire dal momento della loro individuazione…(omissis) “e pertanto il Ministero dell’Ambiente riteneva che “ogni piano o progetto insistente su un proposto Sito, fatto salvo quanto previsto dalla vigente normativa in materia di Valutazione di Impatto Ambientale, dovrà essere accompagnato, ai sensi dell’articolo 5 del citato DPR, da un opportuna relazione documentata per individuare e valutare i principali effetti che il progetto può avere sul sito, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo. Scopo della relazione di valutazione di incidenza è la determinazione dei possibili impatti negativi sugli habitat e le specie animali e vegetali per i quali il sito è stato individuato”.

    La Regione Veneto nel frattempo ha ratificato tali misure di salvaguardia, come stabilito dal DPR 357/97, con DGRV n°1662 del 22.06.01 stabilendo che debbono essere effettuate le opportune valutazioni di incidenza - una sorta di valutazione d’impatto ambientale circoscritta all’habitat ed alle specie vegetali ed animali, per le quali quell’area è stata definita SIC/ZPS - su Piani e Progetti, che incidono nei SIC e ZPS o che comunque gravitano anche attorno all’area geografica individuata. La Regione Veneto prevede che qualora l’area di intervento di un piano o progetto sia all’interno di un SIC o di una ZPS, ovvero nell’area esterna e/o confinante a queste, sia necessario applicare i seguenti indirizzi procedurali: 1) la presentazione di ogni piano o progetto preliminare dovrà essere corredato dalla valutazione di incidenza ambientale da prevedersi tra i requisiti da inserire negli eventuali bandi; per le situazioni pendenti tale valutazione di incidenza dovrà essere acquisita prima della definizione del procedimento; 2) in linea generale l’esame della relazione di valutazione di incidenza è effettuata dall’Autorità competente all’approvazione del piano o del progetto, prevedendo altresì la possibilità di formulare prescrizioni o eventuali misure compensative; 3) nei soli casi di progetti di particolare complessità o che richiedono competenze di diversa natura potrà essere attivata una conferenza tra uffici da individuarsi di volta in volta all’interno dell’Autorità competente all’approvazione definitiva del piano o del progetto (cfr. DGRV n°1662 del 22.06.01). Recentemente la Regione Veneto ha emanato ulteriori precise disposizioni con la DGRV n° 2803 del 4 ottobre 2002 relative all’attuazione della Direttiva comunitaria 92/43/CEE. Con particolare riferimento all'art. 6 della Direttiva, e del DPR 357/1997 ha stabilito procedure e modalità operative specifiche, ancor più dettagliate, relative sia alla fase di screening, sia alla fase di valutazione delle incidenze di piani e/o progetti, che insistono su aree individuate e proposte alla Comunità Europea come SIC e/o ZPS. In merito alle aree pSIC, il Progetto Definitivo non è stato considerato nei suoi impatti diretti ed indiretti dull’habitat, sulla flora e sulla fauna riferito sia alle aree di cantiere o interessate dagli interventi alle bocche di porto sia alle implicazioni sull’intero ambito lagunare, mentre la valutazione effettuata per le sole opere complementari ha esaminato i valori ambientali delle aree, ma in modo del tutto inadeguato le incidenze.

    Prescindendo, in questa occasione, dalle possibili alterazioni ambientali permanenti (variazioni pedologiche e vegetazionali, sulle fasce intertidali superiori) già nei primi anni, per la modifica dell’attuale regime delle maree in laguna, che devono essere ancora attentamente valutate, va posta grande attenzione sulle gravissime previsioni d’impatti di questo progetto riferite ai possibili scenari futuri di pronunciato eustatismo. Le valutazioni precauzionali sui possibili aumenti del livello marino nel corso del secolo (da +22 cm a +50 cm a seconda delle stime) fanno prevedere chiusure di queste paratoie con elevatissima frequenza, finanche di tutte le maree quotidiane nei periodi invernali più critici: ciò significherebbe impedire in modo permanente l’ingresso di flussi di acqua marina in laguna (in marea medio-bassa), trasformando la laguna in un sistema privo di ricambio da mare. La laguna assumerebbe così i caratteri funzionali di stagno costiero: ciò imporrebbe la massima espansione dei sistemi biologici naturali capaci di assicurare funzioni depurative, ma certamente con un bacino scolante che porta inquinanti e nutrienti e con città all’interno, la degenerazione del corpo acqueo complessivo, sarebbe difficilmente evitabile, e Venezia stessa si troverebbe inglobata in un ambiente compromesso anche ai fini della vivibilità (Ministero dell’Ambiente-Comune di Venezia, 1998).

  5. #15
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    Citazione Originariamente Scritto da bianconero
    Dovrebbe essere il contrario: proteggono dall'acqua alta fino a 1,10m.
    Le paratorie si attivano (alzano) quando l'acqua alta arriva fino a +1,10m. In caso contrario sono giù e neppure si vedono o influiscono al flusso d'acqua.

  6. #16
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    Citazione Originariamente Scritto da ragazzosemplice
    Il Mose significa la morte della laguna.

    La morte della lagna è cominciata nel 1960 con la costruzione delle casse di colmata....

  7. #17
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    Citazione Originariamente Scritto da Mati777
    Le paratorie si attivano (alzano) quando l'acqua alta arriva fino a +1,10m. In caso contrario sono giù e neppure si vedono o influiscono al flusso d'acqua.
    Hai letto il messaggio che ho postato?

  8. #18
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    Citazione Originariamente Scritto da ragazzosemplice
    Hai letto il messaggio che ho postato?
    Con molta fatica si... poveri ucelli mi fanno tanta tenerezza...

    Ma tu cosa proponi di fare invece? lasciare tutto cosi com'è?

  9. #19
    macht geht vor recht
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    Regno d'Italia > They challenge science to prove the existence of God. But must we really light a candle to see the sun?
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    Citazione Originariamente Scritto da Mister_Blu
    Ho visto una emissione televisiva in Francia dove un esperto veneziano spiegava che il Mose poteva proteggere di aque alte superiori a 1m10 ( se ricordo bene), e che queste aque alte capitano solo una o due volte all anno. Diceva che anche con il Mose quindi continuerà a caminare con gli stivali di plastica quasi come si fà oggi. Precisava che i soldi per il Mose sarebbero piu' utili alla ricostruzione del patrimonio immobiliare in pericolo.

    Che ne pensate? E' propaganda?
    E' sostanzialmente ignoranza allo stato puro, come quella di chi dice che l'ecosistema verrà distrutto.

  10. #20
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    Citazione Originariamente Scritto da Mati777
    Con molta fatica si... poveri ucelli mi fanno tanta tenerezza...

    Ma tu cosa proponi di fare invece? lasciare tutto cosi com'è?

    Il tuo umorismo mi pare fuori luogo.
    Se l'obiettivo è salvare la laguna, il Mose è la soluzione meno indicata.

    LE ASSOCIAZIONI RICORRONO ALLA COMMISSIONE EUROPEA PER VIOLAZIONE DELLE DIRETTIVE COMUNITARIE “HABITAT” E “UCCELLI” CHIEDENDONE L’INTERVENTO URGENTE

    Le associazioni ambientaliste LIPU, WWF, Italia Nostra, VAS ed Ecositituto Veneto ‘Alex Langer’ hanno inviato alla Commissione Europea una richiesta di procedura di infrazione a carico della Repubblica italiana per aver autorizzato sia i lavori del progetto Mo.S.E. in assenza Valutazione di Incidenza che il progetto “siti di prefabbricazione dei cassoni delle opere mobili” in assenza di una appropriata Valutazione di Incidenza, violando, in tal modo, le direttive comunitarie “Habitat” e “Uccelli”.
    Tale ricorso va ad integrare la richiesta di apertura di procedura di infrazione, inviata nel luglio 2003, dal WWF Italia alla Commissione europea per violazione delle direttive in materia di Valutazione di Impatto Ambientale.

    "A causa di questo modo illegittimo di procedere – dichiara Claudio Celada, Direttore Area Conservazione Natura della LIPU - si stanno verificando danni irreversibili ad habitat e specie prioritarie tutelati dalle direttive europee. A Ca’ Roman, agli Alberoni e negli altri siti litoranei veneziani sopravvivono ancora specie vegetali e animali di eccezionale valore naturalistico e scientifico, alcune persino endemiche (uniche al mondo). Il progetto Mo.S.E. non solo metterà a rischio questo straordinario patrimonio ambientale, ma aggraverà i devastanti fenomeni erosivi già presenti nel bacino lagunare."

    "A Bruxelles, a seguito della richiesta di apertura di una procedura d’infrazione promossa dal WWF, è già aperto dal 2004 un fascicolo di denuncia riguardante il progetto Mo.S.E. che ora verrà implementato – dichiara Gaetano Benedetto (Segretario Aggiunto per gli Affari pubblici e Relazioni Istituzionali del WWF Italia). - Lascia attoniti pensare che siano stati avviati i cantieri senza una Valutazione di Impatto Ambientale positiva dell’intero sistema Mo.S.E., un mastodontico intervento che prevede lo scavo di circa 5.000.000 di metri cubi di materiale alle tre bocche di porto, la posa in opera di 79 paratoie d’acciaio, 157 cassoni di calcestruzzo armato, 5.960 palancole metalliche, 12.055 pali prefabbricati di calcestruzzo armato, 212 materassi di pietrame di protezione, che utilizzerà oltre 8.500.000 tonnellate di materiale lapideo, proveniente da cave nazionali ed estere. Il tutto senza contare gli impatti ambientali prodotti dai cantieri e dalle opere complementari".

    "La battaglia che le associazioni ambientaliste hanno iniziato molti anni fa per fermare il progetto Mo.S.E. è ad una svolta decisiva. – afferma Alvise Benedetti (Presidente sezione Venezia di Italia Nostra). -In questa fase i lavori stanno accelerando al massimo proprio per rendere la situazione irreversibile ".

    LIPU, Italia Nostra, WWF Vas ed Ecositituto Veneto, sollecitano quindi un intervento urgente da parte di Bruxelles in modo che gli straordinari siti della laguna possano essere tutelati e si augurano che Venezia possa finalmente dotarsi di un progetto di salvaguardia rispettoso dell’ambiente e rispondente a criteri di sperimentabilità, gradualità e reversibilità cosi come previsto dalla Legge Speciale.

    E se il progetto fosse già obsoleto?

    http://www.wwf.it/Veneto/documenti/MoseCNR.pdf

 

 
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