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Discussione: roma minacciata

  1. #21
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    Citazione Originariamente Scritto da Furlan Visualizza Messaggio
    Quando ci sarà una Waco anche per loro?
    Va considerata come una infezione, gli anticorpi, riconosciuta la pericolosità, fermeranno questa anomalia.


  2. #22
    Meda sabios paris
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    Citazione Originariamente Scritto da Jotsecondo Visualizza Messaggio

    [COLOR=#000000]Le popolazionidel Sud, specialmente insulari, hanno il concetto del clan, che in senso metaforico può identificarsi nella parentela del sangue.
    Se per insulari ritieni tutte le isole del Mediterraneo ti sbagli di grosso sull'intera linea:

    in Sardegna, nelle Baleari, a Creta, a Malta (attaccata alla Sicilia), a Cipro non c'è ne Mafia ne qualcosa di assimilabile!
    Il banditismo Sardo non è assolutamente legato al Clan, parola che in Sardo nemmeno esiste (sarebbe Zenia, ma va più d'accordo con Stirpe), e neanche il fenomeno dei sequestri. In Sardegna per la nascita del Banditismo (limitato poi solo a una certa zona) ci sono delle cause ben precise risalenti alla colonizzazione Piemontese (e itagliana), tipo l'abolizione dei pascoli in comune nella Lex Chiudendae del 1820.

    I sequestri invece cominciano durante l'occupazione romana antica e costituiscono uno dei metodi di resistenza delle popolazioni cosiddette "Barbare" (poi Barbaricine) contro gli invasori. Ritornano con tutti i dominatori successivi e assumono un aspetto esclusivamente lucrativo soltanto con l'avvento del turismo e dei VIP della Costa Smeralda (fine anni 50').

    Per finire le "faide", l'unico elemento che solo un'analisi superficiale potrebbe ricondurre alla cultura del Clan.
    La Faida è in realtà un'istituzione di stampo Germanico-Celtico secondo la quale sono i parenti dell'offeso a dover punire qualsiasi imputato giudicato colpevole di un determinato reato: molti hanno teorizzato per questo un'origine celtica o nordica dei Sardi Barbaricini, anche se io penso che questa tradizione fosse di popoli antecedenti ai Germani come i Baschi, i Corsi e appunto gli abitanti della Sardegna di quei tempi (Shardana?).

    Nella Zenia Sarda, infine, oltre al Patriarca (o Babai, o Jaju) esiste la Matriarca (Mamai o Jaja) che praticamente lo sostituisce in tutto e per tutto sia quando è assente che quando muore, dando così alla donna Sarda anche nel medioevo un ruolo molto più significativo rispetto a tutto il Continente europeo.

    Un'organizzazione come la Mafia si afferma soltanto in società scarsamente individualiste, come quelle contadine della Sicilia, del Sud Italia e in tutti i Paesi dell'ex blocco Sovietico, in Cina e in Giappone (mai sentito parlare della Triade?).

    In società di pastori nomadi, come può essere quella Sarda, o di piccoli contadini, o di Liberi Comuni non funziona: se un pastore di Orune ve da uno di Bitti (paese accanto) a chiedere il pizzo si ritrova con una scarica di pallettoni nel petto senza neanche aver cominciato a parlare.
    Il Printzipale, o Majore dei Paesi Sardi, inoltre, quello che sarebbe dovuto essere il Barone, non era un vero Capo, ma un primus inter pares: il suo volere era "Cussitzu" (Consiglio), mai ordine e qualunque rappresentante di Zenia era libero di seguirlo o meno. Assumeva il ruolo di Comandante dell'Ardia (Esercito Locale) in caso di attacco esterno, l'unico caso in cui tutte le Zenias si univano.

    È proprio a causa di questo individualismo innato che i movimenti Indipendentisti non riescono a mobilitare un numero consistente di elettori verso l'Idea Natzionale Sarda: per loro non fa nessuna differenza essere dipendenti da Roma o da Cagliari, le rifiutano entrambe, come non si sentono itagliani non si sentono nemmeno Popolo Sardo ma inseme di Deo (Io)!

    È un egoismo forte, però, un egoismo basato sulla Balentia (orgoglio, coraggio, onore) e sulla difesa estrema di qualunque cosa possa esser considerata propria (terre, mandrie, figli, ecc.), non sul denaro e su tutto ciò che caratterizza l'egoismo decadente capitalista occidentale moderno.

  3. #23
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    Citazione Originariamente Scritto da Kornus Visualizza Messaggio
    Se per insulari ritieni tutte le isole del Mediterraneo ti sbagli di grosso sull'intera linea:

    in Sardegna, nelle Baleari, a Creta, a Malta (attaccata alla Sicilia), a Cipro non c'è ne Mafia ne qualcosa di assimilabile!
    Il banditismo Sardo non è assolutamente legato al Clan, parola che in Sardo nemmeno esiste (sarebbe Zenia, ma va più d'accordo con Stirpe), e neanche il fenomeno dei sequestri. In Sardegna per la nascita del Banditismo (limitato poi solo a una certa zona) ci sono delle cause ben precise risalenti alla colonizzazione Piemontese (e itagliana), tipo l'abolizione dei pascoli in comune nella Lex Chiudendae del 1820.

    I sequestri invece cominciano durante l'occupazione romana antica e costituiscono uno dei metodi di resistenza delle popolazioni cosiddette "Barbare" (poi Barbaricine) contro gli invasori. Ritornano con tutti i dominatori successivi e assumono un aspetto esclusivamente lucrativo soltanto con l'avvento del turismo e dei VIP della Costa Smeralda (fine anni 50').

    Per finire le "faide", l'unico elemento che solo un'analisi superficiale potrebbe ricondurre alla cultura del Clan.
    La Faida è in realtà un'istituzione di stampo Germanico-Celtico secondo la quale sono i parenti dell'offeso a dover punire qualsiasi imputato giudicato colpevole di un determinato reato: molti hanno teorizzato per questo un'origine celtica o nordica dei Sardi Barbaricini, anche se io penso che questa tradizione fosse di popoli antecedenti ai Germani come i Baschi, i Corsi e appunto gli abitanti della Sardegna di quei tempi (Shardana?).

    Nella Zenia Sarda, infine, oltre al Patriarca (o Babai, o Jaju) esiste la Matriarca (Mamai o Jaja) che praticamente lo sostituisce in tutto e per tutto sia quando è assente che quando muore, dando così alla donna Sarda anche nel medioevo un ruolo molto più significativo rispetto a tutto il Continente europeo.

    Un'organizzazione come la Mafia si afferma soltanto in società scarsamente individualiste, come quelle contadine della Sicilia, del Sud Italia e in tutti i Paesi dell'ex blocco Sovietico, in Cina e in Giappone (mai sentito parlare della Triade?).

    In società di pastori nomadi, come può essere quella Sarda, o di piccoli contadini, o di Liberi Comuni non funziona: se un pastore di Orune ve da uno di Bitti (paese accanto) a chiedere il pizzo si ritrova con una scarica di pallettoni nel petto senza neanche aver cominciato a parlare.
    Il Printzipale, o Majore dei Paesi Sardi, inoltre, quello che sarebbe dovuto essere il Barone, non era un vero Capo, ma un primus inter pares: il suo volere era "Cussitzu" (Consiglio), mai ordine e qualunque rappresentante di Zenia era libero di seguirlo o meno. Assumeva il ruolo di Comandante dell'Ardia (Esercito Locale) in caso di attacco esterno, l'unico caso in cui tutte le Zenias si univano.

    È proprio a causa di questo individualismo innato che i movimenti Indipendentisti non riescono a mobilitare un numero consistente di elettori verso l'Idea Natzionale Sarda: per loro non fa nessuna differenza essere dipendenti da Roma o da Cagliari, le rifiutano entrambe, come non si sentono itagliani non si sentono nemmeno Popolo Sardo ma inseme di Deo (Io)!

    È un egoismo forte, però, un egoismo basato sulla Balentia (orgoglio, coraggio, onore) e sulla difesa estrema di qualunque cosa possa esser considerata propria (terre, mandrie, figli, ecc.), non sul denaro e su tutto ciò che caratterizza l'egoismo decadente capitalista occidentale moderno.

    Nelle tue parole si sente l’orgoglio e l’amore per la tua terra.

    La Sardegna ha sempre ricevuto un particolare occhio di riguardo da parte degli autonomisti piemontesi.
    Sai i piemontesi non dimenticano che il Piemonte era unito alla Sardegna.

    Tuttavia oggi la Sardegna deve essere e ritornare una terra libera.

    Certamente nel mio discorso non potevo riferirmi alla Sardegna in quanto parlavo di popolazione con cultura, mentalità od affinità semitica e questo non può rivolgersi certamente alla tua terra.

    Tuttavia devi riconoscere che lo spirito che tu chiami Zenia non ha riscontro nelle nostra cultura. Anche il principio della Faida ci è estraneo.

    Ogni cultura ha i suoi lati positivi ed i suoi lati negativi.
    Se noi vogliamo agire dobbiamo operare tenendo presente ciascuno il proprio sistema.

    Siamo popoli differenti che un destino maledetto ha voluto che fossimo messi nel medesimo crogiuolo.


  4. #24
    la ricerca della bellezza nascosta
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    Jotsecondo, fai delle ottime osservazioni, ma su alcuni punti riguardanti ad esempio la diffusione delle culture mafiose nel sud pecchi di scarsa conoscenza.
    Peccato, perchè potresti fare delle belle analisi.

  5. #25
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    Citazione Originariamente Scritto da uqbar Visualizza Messaggio
    Jotsecondo, fai delle ottime osservazioni, ma su alcuni punti riguardanti ad esempio la diffusione delle culture mafiose nel sud pecchi di scarsa conoscenza.
    Peccato, perchè potresti fare delle belle analisi.
    cercherò di migliorare

  6. #26
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    Interessante ed istruttiva questa discussione e ottimi gli interventi di sintetica analisi antropologica.
    Ho molto da imparare.

    Un tempo, quando gli uomini vivevano in gruppi ristretti, singola famiglia o più famiglie allargate (bande o gruppi di poche unità), ed erano raccoglitori-pescatori e poi anche un pò allevatori agricoltori nomadi, dovevano per forza farsi giustizia da soli, non c'erano altri che potevano ricevere ed esercitare una tale delega.
    Questo comportamento naturale, chiamato anche faida, è una istituzione antichissima rimasta a tutt'oggi in molte aree del mondo.

    Sicuramente spesso è più giusta che non la giustizia esercitata dagli stati come quello italiano che di giustizia ha soltanto il nome (tempi biblici, corruzione spaventosa, costi enormi, mancanza di risarcimento effettivo, contradditorietà delle leggi e delle sentenze, monopolio di una casta sacerdotale, incertezza assoluta,....).

    Farsi giustizia da sè, se si è capaci, da una soddisfazione infinita, come fare all'amore con una donna che si ama.

  7. #27
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    Citazione Originariamente Scritto da Jotsecondo Visualizza Messaggio
    Nelle tue parole si sente l’orgoglio e l’amore per la tua terra.

    La Sardegna ha sempre ricevuto un particolare occhio di riguardo da parte degli autonomisti piemontesi.
    Sai i piemontesi non dimenticano che il Piemonte era unito alla Sardegna.

    Tuttavia oggi la Sardegna deve essere e ritornare una terra libera.

    Certamente nel mio discorso non potevo riferirmi alla Sardegna in quanto parlavo di popolazione con cultura, mentalità od affinità semitica e questo non può rivolgersi certamente alla tua terra.

    Tuttavia devi riconoscere che lo spirito che tu chiami Zenia non ha riscontro nelle nostra cultura. Anche il principio della Faida ci è estraneo.

    Ogni cultura ha i suoi lati positivi ed i suoi lati negativi.
    Se noi vogliamo agire dobbiamo operare tenendo presente ciascuno il proprio sistema.

    Siamo popoli differenti che un destino maledetto ha voluto che fossimo messi nel medesimo crogiuolo.
    I Piemontesi e i Savoia erano due realtà diverse, almeno in Sardinnya: i veri dominatori erano i Savoia e i loro vari ministri, che senza sapere nulla della realtà Sarda hanno semplicemente trasferito riforme agrarie di privatizzazione attuabili soltanto in certi contesti tra pastori nomadi abituati a spaziare con le mandrie in territori vastissimi (tipo Cow Boys americani). In questo naturalmente sono stati favoriti da una certa alta borghesia parassitaria delle città (Cagliari e Sassari) che vedeva nelle riforme agrarie la possibilità di allargare ulteriormente i possedimenti a scapito dei pastori.
    Fu così che uomini considerati in Piemonte illuminati come un certo Ministro Bogino divennero in Sardegna sinonimo di Boia (su Bojinu è la traduzione ufficiale sarda di boia!).
    La scarsa conoscenza della realtà locale e il conseguente fallimento delle riforme portava inoltre alla nascita di una mentalità "razzista" che vedeva i Sardi come violenti per natura (Lombroso), anche se i Sardi "razzisticamente" consideravano tutti i Piemontesi come servi (dei Savoia) per natura!

    Le Zenias non sono più presenti da tanto nella società della pianura padana anche se in Svizzera, in Germania e in Austria vi sono Istituzioni simili: le Gilden, associazioni o corporazioni di famiglie che fanno uno stesso mestiere!
    Nel cantone Svizzero dell'Appenzellen i maschi di ogni Gilda portano un orecchino che simbolizza il loro lavoro.

    Un differenza fondamentale tra banditismo e Mafia, infine, è che la Mafia è Politica, fa Politica, crea Politica nelle Istituzioni a tutti i livelli, il banditismo è contrapposto alla Politica, è nemico della Politica e sfida ogni tipo di Istituzione ufficiale itagliana o regionale Sarda, che sono si corrotte (come quelle di tutto il mondo) ma non infiltrate da organizzazioni criminali.

  8. #28
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    Citazione Originariamente Scritto da Paolo Sarpi II Visualizza Messaggio
    Interessante ed istruttiva questa discussione e ottimi gli interventi di sintetica analisi antropologica.
    Ho molto da imparare.

    Un tempo, quando gli uomini vivevano in gruppi ristretti, singola famiglia o più famiglie allargate (bande o gruppi di poche unità), ed erano raccoglitori-pescatori e poi anche un pò allevatori agricoltori nomadi, dovevano per forza farsi giustizia da soli, non c'erano altri che potevano ricevere ed esercitare una tale delega.
    Questo comportamento naturale, chiamato anche faida, è una istituzione antichissima rimasta a tutt'oggi in molte aree del mondo.

    Sicuramente spesso è più giusta che non la giustizia esercitata dagli stati come quello italiano che di giustizia ha soltanto il nome (tempi biblici, corruzione spaventosa, costi enormi, mancanza di risarcimento effettivo, contradditorietà delle leggi e delle sentenze, monopolio di una casta sacerdotale, incertezza assoluta,....).

    Farsi giustizia da sè, se si è capaci, da una soddisfazione infinita, come fare all'amore con una donna che si ama.
    Farsi giustizia da se ha il vantaggio di determinare la certezza della pena.
    Ossia la giustizia viene ad assumere un concetto di equilibrio per chi la vuole praticare.
    Ma in una società essendo differente il metro di pensare, di considerare i fatti, di rapportarsi con la realtà ne risulta che se ciascuno si facesse giustizia non vi sarebbe una uniformità di comportamenti.

    Pertanto per l’equilibrio della società bisogna usare un medesimo metro nell’amministrare la giustizia e pertanto si rende necessaria l’obbligatorietà di demandare ad una sola entità tale amministrazione.

    Questa ha il compito di regolamentare i rapporti tra i cittadini
    Ma quando la giustizia cozza contro il buon senso popolare e si allontana dalla visione comune, allora non è il singolo individuo ma la popolazione che si ribella al potere per poter riportare i rapporti umani nell’alveo della cultura che il popolo ha nel suo immaginario comportamentale.

    Esempio nel nostro caso della Padania la ingiustizia di permettere ed agevolare una folle invasione programmata dai poteri forti della globalizzazione, lo sperpero delle ricchezze attuali e quelle che verranno prodotte in futuro, essendo fuori dal contesto del buon senso popolare, determinano una rivalsa che in un primo tempo cercherà di realizzarsi attraverso il mezzo al momento, nell’immaginario, considerato rivoluzionario che è la votazione.
    Quando il popolo si convince dell’inutilità del sistema allora possono sorgere momenti cruciali.

    Essendo nel Nord un elemento importante (purtroppo) il denaro, come momento di difesa del proprio io di fronte alle avversità, ne deriva che le rapine partitotocratiche possono creare momenti di tensione che potrebbero diventare nocive all’equilibrio europeo stabilito dalla massoneria.

    Questa sarà obbligata, per non rovinare il suo giocattolo della globalizzazione, non ostacolare un processo di autodeterminazione.
    Non credo che, per rispettare un patto del 1946 tra roma e la Mafia, si voglia rovinare tutto.

  9. #29
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    Citazione Originariamente Scritto da Kornus Visualizza Messaggio
    I Piemontesi e i Savoia erano due realtà diverse, almeno in Sardinnya: i veri dominatori erano i Savoia e i loro vari ministri, che senza sapere nulla della realtà Sarda hanno semplicemente trasferito riforme agrarie di privatizzazione attuabili soltanto in certi contesti tra pastori nomadi abituati a spaziare con le mandrie in territori vastissimi (tipo Cow Boys americani). In questo naturalmente sono stati favoriti da una certa alta borghesia parassitaria delle città (Cagliari e Sassari) che vedeva nelle riforme agrarie la possibilità di allargare ulteriormente i possedimenti a scapito dei pastori.
    Fu così che uomini considerati in Piemonte illuminati come un certo Ministro Bogino divennero in Sardegna sinonimo di Boia (su Bojinu è la traduzione ufficiale sarda di boia!).
    La scarsa conoscenza della realtà locale e il conseguente fallimento delle riforme portava inoltre alla nascita di una mentalità "razzista" che vedeva i Sardi come violenti per natura (Lombroso), anche se i Sardi "razzisticamente" consideravano tutti i Piemontesi come servi (dei Savoia) per natura!

    Le Zenias non sono più presenti da tanto nella società della pianura padana anche se in Svizzera, in Germania e in Austria vi sono Istituzioni simili: le Gilden, associazioni o corporazioni di famiglie che fanno uno stesso mestiere!
    Nel cantone Svizzero dell'Appenzellen i maschi di ogni Gilda portano un orecchino che simbolizza il loro lavoro.

    Un differenza fondamentale tra banditismo e Mafia, infine, è che la Mafia è Politica, fa Politica, crea Politica nelle Istituzioni a tutti i livelli, il banditismo è contrapposto alla Politica, è nemico della Politica e sfida ogni tipo di Istituzione ufficiale itagliana o regionale Sarda, che sono si corrotte (come quelle di tutto il mondo) ma non infiltrate da organizzazioni criminali.


    Ringrazio per le delucidazioni riguardo alla tua terra.

    Le tue parole evidenziano come tra la popolazione sarda vi sia ancora radicato un grande attaccamento ai sensi della propria identità.
    Forse questa è leggermente soffocata da un aiuto statale attraverso qualche sovvenzione a pioggia.
    Presumo che scientificamente hanno bloccato il vostro sviluppo in modo che abbiate sempre bisogno di una mano che elargisce ma contemporaneamente vi conduce.
    E non potete mordere la mano che elargisce.

    E’ il sistema della nuova globalizzazione.

    Tuttavia i vecchi autonomisti del nord hanno invidiato fino ai primi anni ‘80 la vostra volontà di indipendentismo.
    Mentre voi proclamavate i vostri principi qui al nord, negli anni antecedenti, chi promuoveva un pensiero indipendentista rischiava denuncie e condanne fino all’ergastolo.

    Questo era possibile perché roma ragionava che voi non vi sareste mai ribellati, in quanto la vostra economia ingabbiata non vi avrebbe mai permesso di essere autosufficienti e pertanto non pericolosi.
    Mentre al nord la produttività, (aiutata dallo Stato vedi Fiat ed immigrazione di massa, per poter avere un maggior raccolto di tasse.) avrebbe permesso l’autosufficienza.

    Ma oggi lo stato tollera questi richieste aperte di indipendenza, sia perché si sente più forte, sia perché un arresto per indipendentismo, verbale e non violento, “creerebbe” dei grossi problemi di immagine.

  10. #30
    horst tappert
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    Citazione Originariamente Scritto da Jotsecondo Visualizza Messaggio
    Ogni popolo ha le sue caratteristiche. I popoli del nord, quelli della neve e del freddo per soppravvivere hanno dovuto avere la accortezza di ammucchiare per supplire alla mancanza di nutrimento causa i periodi brutti.
    Il concetto di accumulo è pertanto un retaggio ancestrale.
    Con il condizionamento derivante dall’invenzione del denaro da oltre 3000 anni si ha la necessità di rivolgersi a questi simboli per avere la sicurezza per il futuro.

    Nei popoli dove la natura è meno matrigna, tale assillo di accumulo non è sentito, infatti le religioni nate in zone climatiche più favorevoli all’uomo hanno il concetto della divina provvidenza che supplisce l’apprensione per il futuro.
    Tale concetto non sarebbe mai uscito da una religione che fosse nata nel Nord.

    Ecco perchè di questa caratteristica dell’attacamento al denaro. Pertanto è su questa che dobbiamo puntare. Se il denaro è il punto debole del Nord, questo deve essere il punto di appoggio per la leva.
    Vi è una collimazione; roma vuole i nostri denari, le popolazioni del Nord ne sono attaccate ed allora su questo argomento si crea la rottura.

    Il clima non ha modificato le caratteristiche delle razze che sono rimaste immutate, a meno di contaminazioni, fin dall'inizio. Il clima c'entra nel senso che alcune popolazioni nel corso del tempo si sono rifugiate in luoghi inospitali proprio per non venire a contatto con altre popolazioni, i semiti con l'ostacolo climatico sarebbero stati restii alle invasioni di massa, l'ostacolo climatico ha retto per un pò, ora anche quella con la rivoluzione industriale, e quindi con la possibilità di stare al caldo anche con pochi soldi, è diventata una barriera di cartone.

    Riguardo la religione: cattolicesimo e islamismo sono uguali, quindi non è vero che la religione dei siciliani debba essere l'islam.

 

 
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