Originariamente Scritto da
sa socca
Il ragionamento di Nigno non fa una piega, se lo si giudica dal punto di vista della propaganda e dei propagandisti di Maninchedda e Co. Se invece si conoscono i fatti nel loro reale svolgimento appare come un inutile arrampicarsi sugli specchi, soprattutto ora che il re è rimasto nudo dopo la bella e ardimentosa consegna della bandiera al re di Arcore e Villa Certosa. Una cosa che non avevano osato fare neppure i sardofascisti del ventennio.
Ma si sa, per la pagnotta è d'uopo giustificare anche gli atti più miserabili.
E comunque è necessario fare chiarezza una volta per tutte su questa storia dei Rossomori.
Ben lontano dall'essere traditori del partito (qualche traditore mi pare di averlo intravisto sabato tra i visitatori dei magazzini di Losa), stanno permettendo alla parte sana dei Sardisti di poter alzare la voce e dire la loro, dopo l'ennesimo tentativo della banda dei tre+1 di impedire il confronto democratico di fatto amputato attraverso il commissariamento delle federazioni.
Altro che: ”....Purtroppo era già tutto organizzato, il nome e le modalità della scissione e mi dispiace che persone che sono convinto essere indipendentisti ....... abbiano accettato logiche che li fagociteranno e basta...” riferendosi ai Sardisti usciti da un partito che non era più il vero Partito Sardo d'Azione, ma solo terra di conquista di strani personaggi esterni e indipendentisti dell'ultimo minuto.
E' vero il contrario... Da mesi, da anni, qualcuno, disarcionato dalla corsa alla presidenza della Regione, tentava in tutti i modi di portare il Partito Sardo ad una deriva di destra, alimentando questa scelta con lo spirito di rivalsa per essere stato ridicolizzato. E' una storia che sanno tutti, ormai, tanto è sputtanata.
C'è stato poi il tentativo penoso di trovare spazio e poltrona con l'aiuto della Lega, e ci sono stati curiosi rapporti con un certo movimento per le autonomie attraverso la mediazione di certi personaggi dell'oristanese.... E c'è stato l'ingresso in pompa magna dell'onorevole Maninchedda che, più che altro portava in dote soprattutto un italiano fluente e privo di svarioni grammaticali, molto utile nei piani alti del Partito.
Ma, come in tutte le storie, c'era chi osava opporsi a questo gioco piuttosto scoperto e lo denunciava da tempo. Era la federazione di Cagliari che difficilmente avrebbe accettato un tipo di normalizzazione che non corrispondeva affatto ai numeri reali del consenso della base sardista, e che si tentava di portare avanti con l'argomento della maggioranza del Consiglio Nazionale. Maggioranza consentita da un mercato delle vacche indecente e dalla incredibile gestione di sezioni e delegati soprattutto nel sassarese in vista del Congresso.
E che fosse così lo dimostrava il fatto che tra le diverse federazioni fosse quella di Cagliari che continuava ad ottenere risultati elettorali positivi in contrasto con i numeri complessivamente negativi del Partito (con particolare riguardo proprio alla federazione di Sassari, abbandonata ormai a se stessa e nella quale il numero dei tesserati di avvicinava pericolosamente a quello dei voti ottenuti.).
Dato che il controllo di Cagliari era fondamentale per poter effettuare la svolta a destra, a qualcuno è venuta in mente l'idea dell'elettroshock salutare, ed ecco emergere il commissariamento di Cagliari che a norma di statuto era una delle pochissime Federazioni perfettamente in regola. Per non farla troppo sporca sono state commissariate allora tutte le federazioni, che funzionassero o no.
Per tenere lontani eventuali corteggiatori di sinistra è stata imbastita una campagna pesantissima contro la giunta regionale e segnatamente contro Soru, alimentata da parte dei consiglieri regionali del partito attraverso interrogazioni della cui “buona fede” è facile rendersi conto leggendole (ne ho l'intera collezione), e dal sito Sardegna e Libertà dell'on. Maninchedda. Quest'ultimo poi, ha praticamente esplorato l'universo mondo del gossip politico sardo per trovare in ogni intervento motivi per attaccare simpaticamente Soru.
Peraltro la continua attenzione di Maninchedda per Soru mi pare gli abbia anche procurato una denuncia.
Nei giorni passati, i tre + 1 hanno ripetutamente lamentato come solo la coalizione di destra si sia fatta avanti.
Eccerto, visto come avevano preparato il dialogo ...............
Francamente, fino a sabato non riuscivo a darmi pace per dover lasciare questo partito in cui ho militato per 35 anni. Sapevo di aver ragione io, che mi sento sardista fino al midollo, e che comunque non avrei mai più preso tessere di altri partiti, limitandomi in futuro a dialogare con l'indipendentismo vero e non di facciata e con gli altri amici veri sardisti come mi sento io.
Fino a sabato, ho detto..... E si! perchè ciò che è successo sabato con l'offerta della bandiera a Re Silvio di Arcore, mi ha fatto incazzare si, ma mi ha liberato da un peso enorme.
Quello che chiamate Partito Sardo d'Azione e che avete occupato e di cui avete gettato nel fango la bandiera, non è lo stesso partito che ho conosciuto e in cui ho lottato per tanti anni. E' diventato un comitato d'affari, un luogo per altri tipi di incontri....... Non mi interessa.
Ma gli uomini passano, le idee no. Ed ho fiducia che superata questa piena di liquami, il Partito possa tornare presto quello di prima, frequentato da gente limpida e seria.