Quote rosa

[Alberich]

Le quote rosa mi lasciano sempre un insopprimibile sentore di WWF...capisco la lodevole iniziativa e i buoni propositi ma perchè trattare le donne come i panda?

[LUCIO (POL)]

QUESTIONE FEMMINILE: SBARBATI E LE DONNE DELL'UNIONE SCRIVONO A PRODI

Roma 29.09.05:

A seguito del Convegno " del 17/09/05 "Donne e Politica:
democrazia alla prova " Luciana Sbarbati - leader di Repubblicani Europei - ha inviato a Romano Prodi un documento firmato da tutte le parlamentari e le consigliere regionali presenti all'iniziativa, ove si delinea il problema della partecipazione
femminile alla sfera pubblica e si definisce il tema come una vera
emergenza democratica alla quale l'Unione deve trovare una soluzione sia nei programmi che nelle decisioni politiche per realizzare una vera parità uomo-donna così come è sancito nella nostra Carta Costituzionale. Il documento è stato firmato
da Luciana Sbarbati, Cinzia Dato, Maura Cossutta, Maria Pia Garavaglia, Silvia Costa, Carla Mazzuca, Laura Cima, Maria Rosaria Cuocolo, Elettra Deiana, Grazia Francescato, Pasqualina Napoletano, Alessandra Battellino, Ada Girolamini, Katia Mammoli.

Ufficio Stampa MRE

[bsiviglia]

Le quote "rosa" (rosa? bleah!) sono una cagata pazzesca. Che nessuno si azzardi a dirmi "rosa", ma che schifooooo!!!!!! Puzzano di condiscendenza, di riserva indiana, di paternalismo... una puttanata, insomma.

[Paolo Arsena]

.... però magari sono strumentali a garantire qualche seggio e qualche posto di governo alla "cerchia delle amiche".

[LUCIO (POL)]

Contro una semplicistica riduzione del problema della scarsa partecipazione femminile alla vita politica ad una questione di "quote rosa" si è più volte pronunciata la stessa Sbarbati.

Di recente ne abbiamo pèarlato in un altro thread di questo Forum:
http://www.politicaonline.net/forum/...hreadid=199957

[Alberich]

da: lastampa.it
I VALORI DELLA SINISTRA
Solidarietà e giustizia non quote
di Michele Ainis

C’è un fantasma, c'è un'idea in esilio, nell'officina dei programmi che in queste settimane impegna il centro-sinistra a tempo pieno. Leggi le centinaia di pagine sfornate dai Ds alla loro conferenza programmatica e non ne trovi traccia, se non per un cenno di due righe circa la parità fra uomo e donna sul lavoro. Consulti il sito della Margherita ma resti egualmente a mani vuote, a eccezione d'un vecchio intervento di Tiziano Treu custodito fra gli scaffali dell'archivio. Zero assoluto anche nei siti web di Rifondazione, dei verdi, dello Sdi, dei comunisti di Cossutta e Diliberto. Zero nei dibattiti, nelle interviste ai leader, nei pensatoi della sinistra.

Eppure quest'idea ha la potenza d'un fucile, ed è fra le pochissime che ancora marcano la distinzione fra sinistra e destra. Tanto per dire, negli Usa i repubblicani ne sono feroci detrattori, mentre il Democratic Party (quel partito democratico vagheggiato da Prodi anche in Italia) ne ha fatto una bandiera. Il suo ultimo presidente, Bill Clinton, mise in moto una macchina capace di nutrire l'ideale con 2 miliardi di dollari l'anno, fra le spese dell'apparato federale e quelle sostenute dalle aziende. Nel 1996 il governatore della California Pete Wilson ci impostò la sua campagna elettorale. E anche adesso quell'idea - coniata a suo tempo da Kennedy e da Johnson - ogni giorno dà benzina alla politica, è metro di misura del confronto tra i partiti, dalla nomina di due nuovi giudici alla Corte suprema fino alla decisione dell'amministrazione Bush di sospendere l'obbligo di affirmative actions sugli appalti per la ricostruzione, dopo l'uragano Katrina.

Noi, su quest'altra sponda dell'Atlantico, traduciamo l'espressione con quella altrettanto enigmatica di "azioni positive". Nel 1991 ci abbiamo montato su pure una legge, salvo disapplicarla allegramente. Ma applichiamo viceversa l'idea nella sua forma più rozza e lacerante, quella delle quote. E l'applichiamo solo a beneficio dei politici. Quote per le donne in Parlamento, come propone la ministra Prestigiacomo. Quote per i giovani, come aggiungono gli under 30 di Forza Italia. Toh, in entrambi i casi è la destra a inalberarne lo stendardo. E la sinistra? Perché a sinistra non c'è nessuno che provi a darle forma? E perché questa forma deve sempre disegnarsi in riserve indiane, in quote rigide di posti che suonano al contempo un po' offensive per le medesime categorie protette?

In realtà il sistema delle quote non costituisce affatto l'unica leva d'intervento. Se l'ambizione è quella di correggere una discriminazione sociale o culturale, può allora spendersi lo strumento che gli americani chiamano goals. Ossia discriminazioni alla rovescia (reverse discriminations) per chi se n'avvantaggia, e incentivi finanziari per quanti praticano la misura di favore. Assumi un extracomunitario? Un disabile? Un cassintegrato? La tua impresa ne guadagnerà risparmi sulle tasse. Affitti casa a uno sfrattato? Allora ti dimezzo l'Ici. Promuovi una donna a funzioni direttive? Otterrai in cambio un'esenzione fiscale. La tua università stanzia borse di studio per i figli di immigrati regolari? Avrà diritto a più docenti. Infine: quel partito mette in lista un certo numero di donne? Gli raddoppio il finanziamento pubblico.

Altrettante azioni positive, ma su base volontaria. Dunque all'insegna d'un socialismo liberale, che ha a cuore l'eguaglianza nei punti di partenza. Secondo la metafora usata dal presidente Lyndon Johnson, in un discorso del 1965: "Supponiamo che un uomo abbia trascorso molti anni in catene. Viene liberato e condotto ai nastri di partenza d'una corsa. Gli si dice: ora sei libero di partecipare insieme agli altri. Sarebbe forse questo un trattamento equo?". No, non lo sarebbe. E tuttavia in questo caso il direttore di gara non userà il bastone della legge, o per meglio dire userà la legge come stimolo, come incoraggiamento, come guida. È il diritto premiale di cui a suo tempo aveva già discusso Bobbio. È anche il diritto che più s'adatta a società multiculturali quali ormai sono quelle in cui viviamo. Senza divieti né castighi, senza comandi perentori. Ma con la bussola orientata verso valori di giustizia, di solidarietà, d'integrazione. Ecco: qui in Italia sono ancora valori di sinistra?

micheleainis@tin.it

[Alberich]

Ainis a me piace tantissimo, come editorialista e come costituzionalista. Questo intervento, nell'apparente semplicità, è bellissimo.
saluti

[Ortega (POL)]

Io invece ho sempre poca stima delle c.d. discriminazioni legali, anche se positive. Comunque ricordo che l'idea delle quote rosa era già stata bastonata da una pronuncia della Corte Costituzionale.

[Paolo Arsena]

Pubblico la lettera aperta che è stata fatta circolare stasera all'interno del movimento.


Questa lettera è indirizzata a Romano Prodi, Fausto Bertinotti, Enrico Boselli, Oliviero Diliberto, Antonio Di Pietro, Piero Fassino, Clemente Mastella, Alfonso Pecoraro Scanio, Francesco Rutelli, Luciana Sbarbati e a tutti coloro che, assieme a loro, si riuniscono per definire le liste elettorali del centro sinistra.

La nuova legge elettorale assegna a voi il compito di stabilire non solo
chi presentare agli elettori, ma anche chi verrà realmente eletto. Mai come questa volta "beati i primi" poiché gli ultimi saranno esclusi. La vicenda parlamentare delle quote rosa è andata come ben sappiamo, ma voi vi siete impegnati di fronte all'opinione pubblica a comportarvi come se la migliore delle leggi fosse vigente e la parola di uomini d’onore vale anche più di una legge. Perciò ci aspettiamo di vedere la metà delle donne capilista. Se questo, però, fosse di ostacolo a equilibrati processi unitari, chiediamo almeno una significativa presenza e il rispetto dell’alternanza. Vale a dire se il capolista è un uomo, al secondo posto, ci sia una donna e così via, evitando di strumentalizzare le candidate donne, mettendole in posizioni che ne rendano impossibile l’elezione.
Augurandovi buon lavoro, aspettiamo i fatti.

Daniela Brancati, Maria Fascella, Simona Giovannozzi, Milena Mosci, Mariangela Pani

[Jan Hus]

Cinque donne che chiedono un posto per altre donne, quindi probabilmente loro stesse.

Interessante.

Tra parentesi: a parte Daniela Brancati, che è stata direttore del TG3, le altre chi sono per l'opinione pubblica, politicamente parlando?