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Discussione: Marx vs Bakunin

  1. #21
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    Si dovrebbe, un giorno o l'altro, aprire una bella discussione su quel testo di Lenin.

    Se ti vuoi accomodare compagno, tutto tuo.

    Citazione Originariamente Scritto da Lev Davidovic Visualizza Messaggio
    E, cosa ancor più significativa, anche Lenin! Leggere Stato e rivoluzione, saggio interamente dedicato al problema dello Stato e modellato sulla lettura marxiana della Comune di Parigi del 1871 e sulla celebre opera di Engels, Nascita della famiglia, dello Stato e della proprietà privata.

    La principale critica dei marxisti alla teoria anarchistica è che lo Stato -definito testualmente "comitato di affari delle classi dominanti" - non può essere abolito con un colpo di bacchetta magica, ma deve estinguersi progressivamente, man mano che la classe lavoratrice, conquistato il potere statale e piegatolo ai propri fini, impari a farsi anche classe dirigente. Lo Stato, trasformatosi in un semi-Stato, che garantisca e difenda le conquiste ottenute con la rivoluzione, si estinguerà solo con l'estinzione delle classi, dello sfruttamento del lavoro, del denaro, del plusvalore, ovvero con l'avanzamento del socialismo.

    L'antidoto leniniano alla formazione e cristallizazione di una burocrazia statale autonoma dagli interessi della classe lavoratrice, era rendere tutti i funzionari pubblici eleggibili e revocabili in qualsiasi momento da parte dell'assemblea popolare (soviet) e retribuirli con uno stipendio pari a quello dell'operaio specializzato, per prevenire fenomeni di carrierismo, privilegio individuale e allontanamento dalle proprie origini sociali.

    Questo è il pensiero dei classici del marxismo, nettamente in antitesi sia coll'anarchismo, e con la sua pretesa di rimuovere istantaneamente il problema dello Stato, e con lo statalismo, fautore di un rafforzamento dell'apparato statale e della creazione di un ceto dirigente professionalizzato.

  2. #22
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    Citazione Originariamente Scritto da Palvesario Visualizza Messaggio
    anche Marx prospetta l'estinzione dello stato.
    Dopo che tutti i paesi fossero diventati socialisti e avessero attuato la dittatura del proletariato però...

  3. #23
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    Citazione Originariamente Scritto da kortatu Visualizza Messaggio
    Dopo che tutti i paesi fossero diventati socialisti e avessero attuato la dittatura del proletariato però...
    il che non inficia alla mia affermazione, ma è in contrasto con quanto dici tu (ovvero la necessità IMPRESCINDIBILE di avere uno stato).

  4. #24
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    Citazione Originariamente Scritto da are(a)zione Visualizza Messaggio
    Si dovrebbe, un giorno o l'altro, aprire una bella discussione su quel testo di Lenin.

    Se ti vuoi accomodare compagno, tutto tuo.
    ti ringrazio per il credito, compagno, ma per ora mi limito a notare che il saggio leniniano, tappa fondamentale del pensiero politico dell'autore, essendo stato pubblicato un mese prima dell'Ottobre, è da considerarsi, purtroppo, il più "inattuale". E questo non per demerito del Vladimiro, il quale non faceva altro che ricavare principi generali da esperienze storiche concrete (la Comune appunto) di cui fare tesoro nell'imminente esplosione rivoluzionaria, ma per la piega presa dalla storia nonchè per scelte soggettive e consapevoli andate in direzione completamente opposta: l'apparato statale, lungi dall'iniziare il processo di metamorfosi ed estinzione, si è andato rafforzando e irrigidendo, la democrazia operaia e i soviet svuotando di valore e significato, la società sovietica differenziandosi in nuove categorie e gerarchie cristallizzate.

    E' vero che gli sviluppi di questo processo all'incontrario non furono in larga parte nè previsti nè pianificati dai successori di Lenin (furono piuttosto il ruisultato dei rapporti di forza nazionali ed internazionali in campo e dell'estrema arretratezza russa), ma resta il fatto che, non solo non furono contrastati ma, ad un certo punto, l'edificazione del nuovo apparato statuale sovietico fu trionfalmente (e tragicamente) identificato col socialismo maturo e compiuto.

    Per il resto, la sintesi dello scritto corrisponde più o meno a quella da me frettolosamente abbozzata: tutta la costruzione statuale leniniana si basava sui soviet, come centri nevralgici del potere economico e politico della classe lavoratrice in armi, a conferma che i comunisti, i marxisti, sono qualcosa d'altro sia rispetto agli anarchici, ai precipitosi e romantici liquidatori dello Stato, che agli statalisti incalliti.

  5. #25
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    Dobbiamo organizzare tutto.

    Lenin, 1918


    Citazione Originariamente Scritto da Lev Davidovic Visualizza Messaggio
    ti ringrazio per il credito, compagno, ma per ora mi limito a notare che il saggio leniniano, tappa fondamentale del pensiero politico dell'autore, essendo stato pubblicato un mese prima dell'Ottobre, è da considerarsi, purtroppo, il più "inattuale". E questo non per demerito del Vladimiro, il quale non faceva altro che ricavare principi generali da esperienze storiche concrete (la Comune appunto) di cui fare tesoro nell'imminente esplosione rivoluzionaria, ma per la piega presa dalla storia nonchè per scelte soggettive e consapevoli andate in direzione completamente opposta: l'apparato statale, lungi dall'iniziare il processo di metamorfosi ed estinzione, si è andato rafforzando e irrigidendo, la democrazia operaia e i soviet svuotando di valore e significato, la società sovietica differenziandosi in nuove categorie e gerarchie cristallizzate.

    E' vero che gli sviluppi di questo processo all'incontrario non furono in larga parte nè previsti nè pianificati dai successori di Lenin (furono piuttosto il ruisultato dei rapporti di forza nazionali ed internazionali in campo e dell'estrema arretratezza russa), ma resta il fatto che, non solo non furono contrastati ma, ad un certo punto, l'edificazione del nuovo apparato statuale sovietico fu trionfalmente (e tragicamente) identificato col socialismo maturo e compiuto.

    Per il resto, la sintesi dello scritto corrisponde più o meno a quella da me frettolosamente abbozzata: tutta la costruzione statuale leniniana si basava sui soviet, come centri nevralgici del potere economico e politico della classe lavoratrice in armi, a conferma che i comunisti, i marxisti, sono qualcosa d'altro sia rispetto agli anarchici, ai precipitosi e romantici liquidatori dello Stato, che agli statalisti incalliti.

  6. #26
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    Citazione Originariamente Scritto da are(a)zione Visualizza Messaggio
    Dobbiamo organizzare tutto
    ...per organizzare meno? [cit.]

  7. #27
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    Citazione Originariamente Scritto da Palvesario Visualizza Messaggio
    ...per organizzare meno? [cit.]

    Me lo diceva anche mio padre all'Università

    "Se ti organizzi bene oggi, studierai e lavorerai di meno domani"

    Magari mio padre era un Leninista, e manco lo sapevo.

  8. #28
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    Interessante...lo propongo solo come spunto per la riflessione...






    http://www.zmag.org/italy/wetzel-anarchia.htm

    21 Ottobre 2002

    Marxismo e anarcosindacalismo
    Discorso ad una conferenza anarchica
    Tom Wetzel



    Parlerò un poco dei presupposti teorici dell'anarcosindacalismo, facendo qualche confronto con il marxismo giacché entrambe le prospettive politiche dichiarano di fondarsi sulla lotta di classe.
    In realtà non sono del tutto comparabili perché il marxismo si propone come una visione del mondo completa mentre direi che l'anarcosindacalismo si comprende più esattamente come strategia rivoluzionaria, o un orientamento strategico.
    L'idea di fondo dell'anarcosindacalismo è che costruendo organizzazioni di massa che siano autogestite da coloro che vi aderiscono, in particolare organizzazioni che nascono per la lotta nei luoghi di lavoro, la classe lavoratrice sviluppa auto-attività, fiducia in se stessa, unità ed autorganizzazione che le consente di emanciparsi dal soggiogamento da parte di una classe sfruttatrice. L'auto-gestione del movimento stesso anticipa e prefigura l'autogestione della produzione da parte della forza lavoro, che è l'obiettivo del movimento rivoluzionario.
    Credo che questo sia un riassunto estremo dell'anarcosindacalismo.
    Materialismo minimale
    Esiste un elemento in comune tra marxismo e anarcosindacalismo che voglio considerare. È ciò che chiamo "materialismo minimale".
    "Materialismo minimale" è l'idea che la struttura di classe, basata sulle relazioni di potere tra gruppi di persone nella produzione sociale, è la forma di strutturazione della società fondamentale o di base. La struttura di classe è la struttura elementare, secondo il materialismo minimale. Questa struttura si suppone essere il contesto entro cui tutti gli altri aspetti della società debbano spiegarsi o comprendersi.
    Due sono le ragioni per questo suo ruolo fondamentale:
    i. la produzione è necessaria per la vita umana;
    Ma questa argomentazione non regge. Esistono altre cose altrettanto essenziali alla vita umana - per esempio, la riproduzione sessuale e l'invecchiamento.
    ii. le persone spendono gran parte della loro vita al lavoro e le loro prospettive di vita dipendono molto dalla loro relazione con la produzione sociale.
    Credo che questa sia un'argomentazione migliore.
    Per chiarire ciò che intendo con "struttura" userò un'analogia. Supponiano che tiri fuori un fiammifero e lo accenda sulla suola della scarpa ed il fiammifero bruci. Il risultato finale è un fiammifero che brucia. Lo stimolo è stato il fatto che l'abbia sfregato contro la scarpa. Ma lo stimolo da solo non è sufficiente per spiegare ciò che è successo. Che succederebbe se fosse umido? E se fosse un fiammifero finto di plastica? Perciò per spiegare perché il fiammifero bruci dobbiamo considerare fattori che diamo per scontati - la composizione chimica del fiammifero, il suo essere asciutto, la rigidità del legno e così via.
    Bene, questi sono fattori "strutturali" nella spiegazione. Sono parte del contesto più o meno stabile in cui il processo causale di accendere il fiammifero si è realizzato. Bene, l'idea di un "materialismo minimale" è che la divisione di classe nel capitalismo è una !struttura" di base" come questa, è qualcosa che occorre considerare se si vuole avere un quadro accurato e completo del perché le cose accadono come accadono.
    L'idea è che la struttura di classe sia come un campo di forza causale che informa ogni cosa che accade nella società.
    La dottrina della lotta di classe
    Una cosa che discende dal materialismo minimale è la dottrina della lotta di classe, cioè il modo in cui la società evolve nel tempo. L'idea è che la lotta di classe sia il fattore centrale nell'evoluzione delle formazioni sociali umane.
    Marx affermava che una delle sue idee più importanti era la distinzione tra il lavoro e la forza lavoro. All'interno del capitalismo, l'abilità al lavoro è ciò che il proletariato vende al capitalista.
    Si vende l'abilità al lavoro ad un'azienda perché ne faccia uso in un certo intervallo di tempo. Non si può dire alla forza lavoro di andare al lavoro mentre si rimane a casa a letto; occorre trascinarsi al lavoro con la propria forza lavoro. Allora nasce inevitabilmente uno scontro tra il datore di lavoro e il lavoratore circa il modo in cui la forza lavoro del lavoratore sarà usata. Il capitalismo avanzato ha sviluppato una gerarchia molto complessa di capi e di gruppi di consulenza professionale proprio per cercare di controllare i lavoratori, per proteggere gli interessi dei proprietari alla massimizzazione del profitto a lungo termine.
    In questo modo si genera una lotta di classe continua, la lotta contro il potere che i capi hanno su di noi nella produzione sociale.
    Il materialismo minimale di per sé non implica nessuna adesione ad un determinismo economico o all'idea che esiste una direzione inevitabile nella storia. Dice solo che la struttura di classe ed il conflitto che genera è centrale alla comprensione di ciò che accade nella società.
    Storicamente la sinistra antiautoritaria ha rifiutato l'idea di un crollo inevitabile del capitalismo ed è stata scettica circa la teoria marxista delle crisi. La sisnitra antiautoritaria - sia quella marxista che quella anarchica - hanno enfatizzazo il ruolo positivo dell'auto-attività dei lavoratori, dello sviluppo personale, della solidarietà e dell'autorganizzazione nel processo di autoemancipazione.
    Il materialismo minimale è riduttivo?
    Minimale com'è, il materialimo minimale è stato soggetto ad una certa critica in anni recenti, per la precisione per il suo essere "riduttivo". La critica procede più o meno come di seguito. Siccome i materialisti dicono che la classe è il solo elemento strutturale di base della società americana contemporanea, non può rendere giustizia all'oppressione ed al conflitto che si sviluppano lungo la linea dell'autoritarismo politico, di genere e di razza. Cioè, non possiamo ridurre la lotta contro l'oppressione di genere, contro il razzismo e contro l'autoritarismo politico alla sola lotta di classe. Questa critica divenne sempre più importante nel corso dell'ultimo mezzo secolo, con le lotte del movimento per i diritti civili, il movimento femminista, quello gay e lesbico, che ebbero un grosso impatto sulla percezione da parte della popolazione delle linee di conflitto all'interno della società.
    Per gli attivisti contro la discriminazione sulla base del colore, il razzismo sembra la linea di conflitto fondamentale; le femministe vedranno probabilmente le cose in termini di lotta contro la disuguaglianza di genere.
    Per esempio, alcune femministe sostengono che il sistema del "salario familiare" negli USA del XIX sec., che contribuiva a rafforzare la subordinazione delle donne come una casta sessuale, era una specie di accordo tra capitalisti e lavoratori per controllare il lavoro femminile, con i lavoratori maschi nella posizione di controllare le donne in casa. Così per alcune femministe, il genere è la struttura più basilare ed il conflitto tra lavoratori maschi e capi maschi è solo un conflitto interno al gruppo dominante.
    Ora, credo che una possibile linea di risposta sarebbe riconoscere che il razzismo ed il patriarcato e le gerarchie autoritarie possono ciascuna generare la sua propria dinamica, che influisce su altre cose, compresa la lotta di classe stessa. Per esempio, la gerarchia autoritaria nei sindacati crea un problema in sé per la lotta di classe.
    La teoria della quattro forze
    Alcuni svilupperanno questa affermazione fino a sostenere che la struttura sottostante alla società americana contemporanea ha quattro distinti aspetti o strutture - patriarcato, razzismo, classe e autoritarismo politico. Ciascuno è ugualmente fondamentale, diranno, e ciascuno agisce con una sua dinamica precisa su tutto il resto. Questa è quella che chiamo la "Teoria delle quattro forze". Per esempio, si incontrerà l'elaborazione di questa teoria nel libro "Marxismo non ortodosso" di Michael Albert e Robin Hahnel.
    Giacché le femministe socialiste degli anni 70 mi avevano convinto del fatto che il genere era altrettanto importante della classe, non cercherò di difendere il "materialimo minimale" né cercherò di rispondere alla domanda se la teoria delle quattro forze è il modo migliore di comprendere la società americana contemporanea. Lo lascerò a voi come esercizio.
    Voglio fare un ragionamento, però. Ciò che voglio sostenere è che l'anarcosindacalismo è altrettanto compatibile con la teoria delle quattro forze come con il materialismo minimale o con i punti di vista delle femministe socialiste.
    La ragione è semplice. Tutte queste teorie riconoscono che la classe è una struttura di base. Perciò sono tutte inevitabilmente compromesse con l'inevitabilità e l'importanza della lotta di classe. Sono tutte coerenti con l'idea che è attraverso un movimento sviluppato dai lavoratori che l'oppressione di classe può essere abbattuta ed il controllo dei lavoratori sulla produzione creato.
    Critica della teoria marxista della classe
    Ho parlato della struttura di classe, ma cosa è la classe?
    Ciò che voglio sostenere è che il marxismo presenta una teoria della classe sbagliata. Il marxismo storicamente ha assunto che esistano solo due classi principali nel capitalismo, esattamente il lavoro ed il capitale. Esso assume che la proprietà è la chiave della relazione che dfinisce la classe. La classe degli investitori, che possiede i mezzi di produzione, è perciò la classe dominante.Tutti gli altri devono cercare un'occupazione come proletari.
    Il problema di questa teoria è che esclude una classe. Infatti, nel capitalismo esistono tre classi, non due.
    La proprietà può essere la base più importante per il potere sulla produzione sociale nel capitalismo avanzato, me non la sola. Esiste un'altra classe, che chiamerò la classe tecno-manageriale, che è la classe che comprende la gerarchia dei managers ed i consulenti professionali e consiglieri che sono nevralgici all'interno del sistema di controllo capitalista - per esempio, avvocati, ingegneri con ruoli chiave, contabili e via dicendo.
    Il punto è che sono le relazioni di potere nella produzione sociale che creano la stratificazione delle classi, e che esistono diversi modi in cui le persone posso avere il controllo su altri nella produzione; la proprietà dei mezzi di produzione è solo uno di essi.
    Storicamente la classe tecno-manageriale si è sviluppata mano a mano che il capitalismo riorganizzava la natura del lavoro, riducendo la dipendenza dei dipendenti dalle competenze e dalle capacità intellettuali e di coordinamento, e racchiudendo queste ultime progressivamente in un contesto di intellettuali specializzati. Il ridisegno dei processi lavorativi, la parcellizzazione del lavoro e la minimizzazione della dipendenza dalle competenze della forza lavoro miravano a cambiare l'equilibrio di potere a svantaggio dei lavoratori, rendendo l'intero processo maggiormente dipendente dal coordinamento manageriale.
    I membri della classe tecnomanageriale possono avere una piccola proprietà sul capitale, o attraverso cose come azioni o piccoli investimenti o la proprietà delle proprie case o di altre cose. Ma non è su quello che la loro vita ed il loro stile di vita si basa. Piuttosto, godono della loro posizione di classe grazie alla monopolizzazione relativa della conoscenza, delle competenze e dei contatti. È questo che li rende capaci di raggiungere le posizioni che occupano nelle gerarchie di governo e aziendali. In comune con i proletari hanno il fatto di essere assunti.
    È vero che esistono differenze relative di potere e di privilegio all'interno di questa classe, ma questo è vero per tutte le classi - esistono differenze gigantesche nella ricchezza e potere di diversi capitalisti, e tra diversi gruppi di lavoratori esistono grandi differenze nel salari e nelle condizioni o nell'autonomia di lavoro.
    Un'altra cosa da considerare circa la classe tecnomanageriale è che è capace di essere una classe dominante. Questo di fatto è il vero meccanismo storico dell'Unione Sovietica e degli altri cosiddetti paesi comunisti. In realtà si tratta di sistemi che danno potere alla classe tecnomanageriale.
    Ciò che è interessante è che l'incapacità di vedere o misurare il significato di questa classe è un punto cieco centrale nel marxismo. Questa è una delle cose che impediscono ai marxisti di vedere aspetti del marxismo che conducono programmaticamente al dominio della classe tecnomanageriale.
    Partitismo contro Sindacalismo
    Uno degli aspetti tecnomanageriali del marxismo è il suo partitismo. Con ciò intendo l'idea seguente. I marxisti sostengono spesso che le lotte di questo o quel sindacato o di questo o quel gruppo della popolazione sono lotte parziali. Un sindacato particolare o un altro gruppo concentrerà la sua attenzione su richieste o scopi che sono parziali, e non su un completo programma che interessi l'intera classe. Un aspetto chiave del marxismo è che lo sviluppo di un programma di classe , un programma che possa rappresentare e far avanzare gli interessi della classe lavoratrice nel suo insieme, si sviluppa raccogliendo le forze dietro un partito politico socialista o dei lavoratori. Il marxismo è strategicamente partitista, cioè la sua strategia di cambiamento è quella della leadership di un partito politico che ottiene il controllo di uno stato.
    La critica anti-autoritaria tradizionale al partitismo è che sostituisce la classe con il partito. Le alternative anarcosindacalista o consiliare prevedono che sia la classe nel suo insieme, attraverso organizzazioni di massa come i consigli dei lavoratori, a dover guadagnare il potere, non la leadership di un partito attraverso uno stato.
    Il partitismo tende a portare alla leadership e al controllo coloro che hanno un'istruzione migliore, che hanno un pensiero più articolato, che sono migliori oratori, gli intellettuali del movimento. Bakunin fece osservare come il partitismo di Marx è una strategia per l'ascesa al potere dell'intelligentsia, coloro che monopolizzano il sapere scientifico.
    Ciononostante, gli anarchici non hanno mai sviluppato questa idea. A dispetto del fatto che gli anarchici dicano spesso che la classe discenda da gerarchie verticali nella produzione, non hanno mai davvero sviluppato completamente una teoria della classe tecnomanageriale, come una classe economica distinta in virtù della sua posizione nella gerarchia di produzione sociale. Nondimeno la teoria della classe tecnomanageriale è compatibile con il punto di vista anarchico.
    È vero che spesso le lotte dei lavoratori sono parziali, riguardano obiettivi o richieste limitate ad un settore particolare. Come ribattiamo alla pretesa marxista che il raccogliersi del movimento in un partito ne è la soluzione? Credo che possiamo dire che esiste una maniera alternativa di concepire il modo in cui l'unità ed un programma di classe possano emergere, in un approccio più di base, orizzontale. Credo che possiamo concepire che si sviluppi un movimento in cui sindacati autogestiti si uniscano orizzontalmente per sostenersi reciprocamente, e che definisca un programma che riguardi l'intera vita dei lavoratori, coinvolgendo in questo processo altre organizzazioni di massa che esistono nella comunità di base, come per esempio gruppi di inquilini, organizzazioni di comunità di vario tipo. Chiamo questa idea una "alleanza della popolazione". Altri hanno parlato dell'idea di "consigli dei lavoratori centrali alternativi" come modo di sviluppare una solidarietà orizzontale più militante. Questo è un altro esempio di come potrebbe emergere lo sviluppo orizzontale di programma di classe.
    Così, vorrei contrapporre quest'idea di un'alleanza orizzontale delle persone alla strategia partitista. Cioè, possiamo concepire che questo sia il modo in cui si sviluppi il potere dei numeri e della solidarietà, indipendentemente dallo stato e dai partiti politici.
    *Critica della teoria spontaneista dell'organizzazione
    In ultimo voglio considerare un problema chiave di fronte al quale ci troviamo nello sviluppare un movimento che sia genuinamente di autogestione e non contenga al suo interno i semi di nuove gerarchie emergenti.
    Un vecchio slogan diceva "siamo tutti leaders". Come ideale al quale tendere, credo sia giusto. Ma la questione è: come facciamo perché la prassi approssimi l'ideale?
    La società esistente è divisa da ogni tipo di disuguaglianza, disuguaglianza nell'accesso all'istruzione ed alla conoscenza e opportunità di sviluppare competenze. Disuguaglianze di classe, istruzione, genere e razza si rifletteranno nelle differenze che ora descrivo.
    Alcuni avranno una conoscenza migliore di come funzionano le cose, una comprensione più "teorica", alcuni hanno una istruzione più formale di altri, alcuni sono più sicuri di altri, alcuni hanno avuto opportunità che hanno consentito loro di sviluppare la capacità di parlare in pubblico o di articolare il proprio pensiero. Altri possono possedere la capacità latente per sviluppare queste competenze ma non aver avuto l'opportunità di svilupparle nella pratica.
    Ciò ci dice che ogni movimento che si organizzi in una maniera puramente "spontanea" tenderà "spontaneamente" a riprodurre dentro di sé queste disuguaglianze che sono state prodotte dalla società capitalistica.
    Ciò significa che un movimento genuinamente egalitario non può essere creato in modo puramente spontaneo. Dobbiamo essere consapevoli delle differenze nel grado di sviluppo delle competenze e lavorare coscientemente perché le persone tirino fuori queste loro capacità latenti, in modo che possano giocare un ruolo positivo nel movimento. Esiste una varietà di cose che possono essere fatte in questo senso. Cose come incoraggiare le persone a parlare, a partecipare ai dibattiti, a gruppi di studio e scuole di attivismo per sviluppare conoscenze e l'abilità a "teorizzare" la propria esperienza, e di sviluppare capacità di riflessione critica cosicché possano pensare autonomamente.
    Attraverso una pratica cosciente e collettiva tesa a sviluppare le capacità delle persone possiamo assicurarci che queste si rendano maggiormente capaci di sviluppare un ruolo nel movimento.

  9. #29
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    Questo thread lo voglio tenere updated .

  10. #30
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    Citazione Originariamente Scritto da EL ROJO Visualizza Messaggio
    Interessante...lo propongo solo come spunto per la riflessione...

    Marxismo e anarcosindacalismo
    Discorso ad una conferenza anarchica
    Tom Wetzel
    Sì questo articolo è interessante perchè illumina, oltre ai punti di contatto, le differenze fondamentali che sussistono tra marxismo e anarchismo, differenze per le quali io continuo a schierarmi senza esitazione nel campo marxista: le questioni del partito, del potere e dello Stato.

    La superiorità del marxismo sta, a mio avviso, nel fatto che affronta senza reticenze nè ipocrisie un problema che l'anarchismo, tutto proteso verso la realizzazione della nuova società e della nuova umanità, elude completamente: la transizione dal vecchio al nuovo e la permanenza inevitabile di elementi del vecchio nel nuovo.

    Nel vecchio, nella società capitalistica, esistono le gerarchie, esiste una classe dominante? Bene, anche la transizione dal capitalismo al comunismo dovrà fare i conti con queste gerarchie e avrà la sua classe dominante, prima che si arrivi alla fine della divisione della società in classi; si tratterà di nuove gerarchie e di una nuova classe dominante: il proletariato.

    Nel capitalismo che ruolo ha lo Stato? Di difendere gli interessi della classe dominante. Nel socialismo lo Stato o semi-Stato, Stato in estinzione, avrà il compito di difendere i nuovi intertessi della nuova classe dominante. Quale sarà la caratteristica di questo Stato? Di essere composto da membri armati del proletariato e da funzionari eleggibili e revocabili in qualsiasi momento, retribuiti come gli altri lavoratori, e sopratutto di contemperare il potere centrale dell'esecutivo con quello decentrato dei consigli, dei soviet. La sovranità dello Stato deriva dal potere consigliare, dalla democraiza operaia.

    Passiamo al partito. Chi guida la lotta di classe e in ultima istanza la rivoluzione? Tutte le guerre hanno indubbiamente bisogno di un esercito e di ufficiali, specie quelle contro un avversario ben armato e ben preparato come la borghesia. Gli anarchici parlano di auto-organizzazione dei lavoratori. Bene. Ma gli stessi anarchici, almeno i più intelligenti, ammettono che non tutti i lavoratori sono uguali, che ce ne sono alcuni più coscienti di altri, più talentuosi, più preparati, più carismatici, più esperti.

    Il partito non è altro che la somma di questi elementi, l'organizzazione della parte più cosciente della classe. Non si sostituisce alla classe -come, per esempio, i disobbedienti-, è la classe! In più il partito è l'organizzatore di massa, l'educatore di massa, lo stratega collettivo. E' la guida del movimento non per imposizione del fucile ma per scelta della classe stessa. Esso si conquista storicamente questo ruolo: i lavoratori seguono la guida di cui si fidano, specialmente se questa guida ha i loro stessi interessi e partecipa dello stesso status sociale.

    Insomma col vecchio mondo bisogna fare i conti. E per trasformare il vecchio nel nuovo, o meglio per far emergere il nuovo che esiste in latenza nel vecchio, non si possono tagliare i ponti col passato da un giorno all'altro nè ridurre il tutto ad una questione di aspirazioni e desideri.

 

 
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